La recensione su Dirty Dancing. Balli proibiti

Dirty Dancing e’ soprattutto la storia di un amore impossibile, tra classi troppo diverse, però è girato come una favola, quindi in questo contesto tutto diventa fattibile. Patrick Swayze/Johnny Castle si innamora perdutamente di Frances Baby Houseman/Jennifer Grey(figlia d’arte, perché suo papà nel 1973 vinse il premio Oscar come attore non protagonista in Cabaret, celebre film di Liza Minnelli),una ragazza non particolarmente bella, ma intelligente sensibile e dotata di buon senso. Il film come scritto sopra e’una favola tutta centrata su di lei. Grazie alla ragazza ed al suo amore Johnny matura e diventa un uomo migliore durante lo sviluppo della storia e si vede, questo cambiamento, lo si percepisce. Volteggiando sulla vita e rimuovendo tutti gli ostacoli con questo grande sentimento che unisce la coppia, il bene trionfa, l’onesta’ affiora e vince sul pregiudizio.....e vissero tutti felici e contenti. Un film che ha sempre diviso la critica dal pubblico, però mi sento di affermare che se con un budget di 6 milioni di dollari, quindi in economia, Dirty Dancing ne ha guadagnati 220 milioni di dollari di incasso e parlo solo del box office , i biglietti staccati, bisogna avere rispetto di queste cifre. A me il film personalmente non ha mai fatto impazzire, però sicuramente ho gradito e se ancora oggi si parla di questo film del 1987 vuole dire, che è entrato nell’immaginario di diverse generazioni. Chi non conosce la famosa frase: Baby non si mette in un angolo, molti credo, una frase che è entrata nella storia del cinema, come a esempio la frase che disse Rossella O’Hara a Reth Butler: Domani e’un altro giorno, in Via col vento( paragone blasfemo però pertinente). La forza di Dirty Dancing e’un film che esalta la voglia di lottare, di non arrendersi, per sperare in un mondo migliore, non a caso Emile Ardolino lo ha ambientato nel 1963, anno di grandi cambiamenti in America. Il film fa intendere, che tutto e’ possibile, tutto può succedere, bisogna solo avere la pazienza di attendere il giusto momento. La musica e’la vera protagonista, una playlist stupenda, con canzoni indimenticabili, da ascoltare e riascoltare, i magici anni ‘60 sono un’epoca da rimpiangere e rivivere sempre dentro se stessi. Questo è un film che ha segnato un’epoca, perché affianca al successo commerciale, un valore più profondo. Film da rivedere e non stanca mai, anche se si rammentano tutte le battute, quelle immagini ci appartengono, sono dentro di noi, per quello che ci rappresentano. Uno sguardo complice, il ballo travolgente e due voci che cantano in lontananza: I’ve had the time of My life...... Volevo però anche fare una puntualizzazione per me basica centrale per poter fruire del film in modo adeguato: La narrazione del film segue il punto di vista di Baby, però chi conduce le danze, chi rimane Uomo e’Johnny il maestro di ballo, lui protegge il suo Amore e si batte per lei. Stupendo il finale, per tutti quelli e non sono pochi che hanno visto il film rimangono nella memoria: Il ballo finale con tanto di presa d’angelo con le coreografie di Kenny Ortega, sancirà e certificherà davanti a tutti, il coronamento della storia d’amore e sarà il giusto riscatto per Johnny il protagonista, sarà la sua vittoria personale, contro il pregiudizio e le convenzioni . Chiudo con alcune notazioni: Jennifer Gray interpreta il ruolo della vita, ma poi praticamente scompare dai radar, nel film Baby ha 17 anni l’attrice invece 27 nel 1987 portati benissimo, senza di lei il film non sarebbe riuscito così bene. Il grande Patrick Swayze invece ha sviluppato un’ottima carriera, fino alla sua prematura scomparsa nel 2008. Jerrry Orbach il padre di Baby Houseman ed il regista e coreografo Emile Ardolino, purtroppo non ci sono più, ma saranno per sempre dentro di noi, con questo film che piaccia o non piaccia, fa parte del nostro immaginario e ricordiamoci sempre: Baby non si mette in un angolo !!!!