Regia di Hugo Fregonese vedi scheda film
Ho guardato Ballata selvaggia con la forte convinzione di potermi godere un bel western classico carico di sparatorie, proiettili fischianti, qualche bella scazzottata, spazi ampi da percorrere sul dorso di un cavallo selvaggio, indiani urlanti, giacche blu e tutti gli altri stereotipi mutuati dal vecchio west che vi possano venire in mente.
Il cast poi prometteva faville, Gary Cooper è uno degli stampini con i quali a Hollywood hanno sfornato i cowboy (o almeno credo visto che non ho mai amato particolarmente l'attore), gli altri protagonisti sono altrettanti nomi grossi, Anthony Quinn, Barbara Stanwyck e Ward Bond. Vabbè magari Ward Bond un poco meno però ci siamo capiti.
A conti fatti, oltre a essere in Messico, siamo più dalle parti del melò dai risvolti torbidi e dalle passioni represse, lontani almeno qualche spanna dal western classico e parecchie miglia da quello moderno.
La coppia di protagonisti (Cooper e la Stanwyck) avevo avuto modo di ammirarli già in occasione della visione di Arriva John Doe di Frank Capra, film nel quale nessuno dei due attori mi aveva colpito più di tanto. Se Gary Cooper continua a lasciarmi freddo è decisamente migliore l'interpretazione della Stanwyck capace di impersonare una donna passionale capace di infischiarsene delle convenzioni della società dell'epoca per perseguire e dar sfogo ai suoi desideri.
Per Jeff Dawson (Gary Cooper) e Dutch Peterson (Ward Bond), così come per chiunque possegga una concessione per l'estrazione del petrolio in Messico, la vità è davvero difficile a causa di gruppi di banditi alla continua caccia di dinero e di vittime a cui scucirlo. Tra varie difficoltà e lavori rischiosi l'unica soluzione per la coppia di amici sembra quella di lavorare per il loro vecchio compagno Paco Conway (Anthony Quinn), proprietario di una delle compagnie petrolifere meglio avviate della zona.
Il clima già teso a causa del banditismo viene esasperato dal triangolo amoroso che viene a crearsi tra Dawson, Conway e Marina (la Stanwyck), moglie di quest'ultimo ma già amante in gioventù del primo. Un vecchio amore mai dimenticato quello tra Dawson e Marina, soprattutto dalla donna, perfida e pronta a tutto per conquistare ancora una volta il suo vecchio spasimante.
Per essere una pellicola anni '50 risulta forte la carica passionale e adultera trasmessa dalla Stanwyck, sicuramente l'interprete più in forma del lotto. Insieme a sprazzi di talento mostrati da Quinn questo è più o meno tutto quello che c'è di apprezzabile in questo film che non si discosta dalla media di prodotti del genere. Certo che i drammoni passionali davvero riusciti sono altri, qui rimane un film discreto con un buon cast e un protagonista (Cooper) che continua a non piacermi. Il plot scorre in maniera prevedibile con qualche sussulto nel finale, inquadrate nell'epoca di provenienza anche alcune sequenze allora probabilmente considerate spettacolari sembrano ben riuscite. Nota ma francamente proposta in troppi frangenti la canzone Blowing wild di Frankie Laine, passaggio portante della colonna sonora.
Diciamo che un pizzico di delusione mi è rimasto, quasi come un retrogusto amarognolo.
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