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Kill Zone - Ai confini della giustizia

Regia di Pou-Soi Cheang vedi scheda film

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La recensione su Kill Zone - Ai confini della giustizia

di Cappiodelsole
7 stelle

SPL 2 è un eccellente film d'azione, un buon film d'arti marziali, un discreto noir e un pessimo polpettone filosofeggiante. Se non avete voglia di leggere il seguito della recensione, questo dovrebbe bastare a rendervi l'idea di cosa è l'opera ultima di Soi Cheang.

 

Brevemente, la trama. Wu Jing (esatto, il cattivone psicopatico armato di coltello che affrontava Donnie Yen in SPL) è una talpa infiltrata nella mafia che gestisce il traffico d'organi. Simon Yam è suo zio poliziotto. Louis Koo è il cattivo mafioso. Tony Jaa è una guardia carceraria a Bangkok con una figlia malata di leucemia. Wu Jing viene catturato e imprigionato a Bangkok. Tante botte. Alla fine Wu jing e Tony Jaa devono picchiare i cattivi.

 

Del perché è un eccellente film d'azione. Le scene d'azione sono straordinarie, condotte con una tale classe e una tale maestria da lasciare a bocca aperta, sia che si tratti di sparatorie (la sparatoria iniziale) che di scene di zuffa collettiva (la bagarre in prigione, con tanto di incredibili e virtuosistici long takes: che il regista abbia visto/voluto citare l'analoga zuffa in The Raid 2?) o più semplicemente di scene di combattimento armato o a mani nude. Visto puramente da questo punto di vista, il film è da considerarsi come uno dei migliori degli ultimi anni e conferma Soi Cheang come uno dei più talentuosi registi di Hong Kong attualmente in circolazione.

 

Del perché è un buon film d'arti marziali. Le scene di combattimento (si badi bene, di combattimento, non d'azione) sono molto buone, ma lontane dalle vette raggiunte da SPL. Ciò è dovuto, probabilmente, al fatto che Wu Jing è un ottimo atleta ma non è all'altezza di Donnie Yen, e anche lo stesso Tony Jaa non è all'altezza del Tony Jaa di Ong Bak. Inoltre le coreografie sono sì curate ma a volte esagerate (in questo senso il finale è davvero tamarro, ai limiti del WTF).

 

Del perché è un discreto noir. In realtà non è nemmeno veramente un noir, o meglio, inizia come se fosse un noir (poliziotto infiltrato, ambientazioni mafiose) ma man mano che si procede nella visione diventa sempre meno noir e sempre più action - con tanto di intermezzi riflessivi penosi (---> vedi paragrafo successivo).

 

Del perché è un pessimo polpettone filosofeggiante. C'è poco da dire, la sceneggiatura è brutta. Vorrei sottolineare che non ho detto che è fatta male, ma che è brutta. A parte la trama che serve esclusivamente per far andare avanti la parte d'azione del film, c'è tutta una parte che solitamente chiamo "metafisica" (in senso dispregiativo, però) condita con riflessioni sulla vita e sull'esistenza talmente semplicistiche e banali da risultare patetiche e fastidiose. Senza tener conto che tutta questa propaggine inutile del film si fonda su un orribile escamotage che lega in modo deprecabile il personaggio di Wu Jing con quello della figlia di Tony Jaa.

 

Roba da far accapponare la pelle, soprattutto se si tiene conto che il regista è lo stesso di capolavori (anche e soprattutto a livello contenutistico) quali Dog Bite Dog, Accident, Love Battlefield

 

SPL vs SPL 2. Ma anche se confrontiamo la sceneggiatura di SPL con quella del sequel, quest'ultimo ne esce sconfitto sonoramente. SPL aveva il pregio di possedere una sceneggiatura sì semplice, ma solida, e ciò era dovuto sostanzialmente a due fattori:

1. l'ottima caratterizzazione dei personaggi;

2. il respiro pessimistico del finale, il quale conferiva al film quel tono tragico e poetico che in fondo è ciò che ha elevato tale film a opera d'autore.

 

In SPL 2 non c'è nessuno dei due fattori, ed anzi il respiro ottimista che permea gran parte del film equivale quasi ad una cafonata.

 

Colonna Sonora. Onesta, a tratti buona, ma alcune trovate sono proprio di cattivo gusto. Mi riferisco all'utilizzo (tra l'altro a più riprese nel corso del film) del Requiem di Mozart. Io comincio a pensare che sia un problema degli orientali, non riescono a capire come vada usata la musica classica. Il che ci sta, non facendo parte essa della loro tradizione musicale.

 

Ulteriori osservazioni sparse. La regia è ottima, Soi Cheang come detto è un eccellente regista che da un punto di vista tecnico sa il fatto suo. Riesce a gestire anche abbastanza bene gli attori, a parte i sempre ottimi Simon Yam e Louis Koo, anche Wu Jing se la cavicchia e perfino Tony Jaa in certe scene sembra quasi recitare.

 

Ultimo riferimento. Per chi come me considera il duello in SPL tra Donnie Yen e Wu Jing come uno dei combattimenti più belli della storia del cinema d'arti marziali, dico che c'è una citazione anche in SPL 2 (con tanto anche di ripresa della colonna sonora): questa volta è Wu Jing a fare la parte di Donnie Yen e (guarda caso) combatte con un bastone della polizia, mentre il suo avversario con dei coltelli. La scena non compete con quella in SPL, ma è comunque di ottima fattura.

 

Giudizio complessivo. Il film è sicuramente sufficiente, ma è davvero un peccato perché poteva essere un capolavoro. Rimane comunque un ottimo film d'intrattenimento, nonché un must per gli amanti del cinema di Hong Kong.

 

 

 

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