Regia di Ilya Naishuller vedi scheda film
Mezzo uomo e mezzo macchina,Henry si risveglia e viene catapultato in una vera e propria rincorsa per la sopravvivenza tra le strade devastate di una Mosca piegata da un regime militare assoluto e marziale.Peccato che a farne le spese veniamo coinvolti pure noi spettatori, catapultati a forza in un videogame buzzurro e tendenzioso che stufa presto.
Sotto l'egida del talentuoso certo, ma anche farraginoso e controverso regista kazako Timur Bekmambetov, qui in veste di produttore, il regista russo Ilya Naishuller ci catapulta (letteralmente) all'interno di un vero e proprio videogioco in cui lo spettatore si trasforma nel tormentato protagonista: un ibrido tra uomo e cyborg che si risveglia improvvisamente da una placenta artificiale mentre stanno ancora completandogli l'installazione degli arti. Una bella bionda gli rivela di essere la moglie e lo aiuta a completare la sua ricostruzione, ma un agguato da parte di un tiranno ambizioso e folle, lo costringe ad una fuga rocambolesca, coadiuvato dai mille cloni con cui il suo compare Jimmy gli tiene testa conducendolo attraverso un vero e proprio percorso ad ostacoli minato da trabocchetti micidiali ed inaspettati.
Ovvio che dietro tutta questa caotica baraonda si celi un videogioco, che finisce per impadronirsi prepotentemente nel film senza mai porsi il problema di chiedersi se allo spettatore interessi per davvero vivere, per tutta la durata del film, dentro i panni del nostro tormentato e "bombardto" protagonista Henry.
E il film potrà appassionare per una prima mezz'ora qualche ragazzo appassionato di videogames, ma alla lunga snerva e annoia, complice anche un malcelato sovraddosaggio di umorismo greve e rozzo che non fa che appesantire il già faticoso percorso a cui siamo costretti a prender parte.
I territori e lo stile del regista megalomane de "I guardiani della notte" (e "del giorno") è riconoscibilissimo, e così inevitabilmente i suoi limiti: un cattivo così fine a se stesso che finisce per apparire una maschera carnevalesca capricciosa ed effettata, un Sharlto Copley che non accenna mai a rinunciare ad un ruolo bizzarro o sopra le righe, prodigandosi qui ad interpretare con istrionismo a tratti pure un pò divertente, una serie di cloni mascherati che ci pare di trovarci a Venezia durante il carnevale.
Certo le riprese sono dinamiche e ben orchestrate, la soggettiva sul protagonista nel quale ci incarniamo e non vediamo mai nel suo connotato facciale, è singolare, ma non giustifica né può esaurire le capacità attrattive di un film che diviene una sequela ininterrotta di combattimenti, morti violente, squartamenti e bagni di sangue che neanche Commando di Swarzenegger riuscirebbe ad eguagliare quanto a rozzezza.
Non sveliamo nessun segreto, visto che appare nel cast, avvisando che un torvo Tim Roth partecipa con una fugace apparizione iniziale, poco comprensibile ma piacevole ed ingannevolmente promettente.
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