Regia di Sean Byrne vedi scheda film
Piccola riflessione post-prima visione, che potrebbe ampliarsi in futuro, in seguito a nuove visioni o semplicemente ispirato da epifanie interpretative.
Film del 2015 scritto e diretto da Samuel Byrne, "The Devil's Candy" è un horror in bilico tra possessione demoniaca, casa maledetta e psicopatico assassino, appoggiato saldamente ad un'estetica, visiva e sonora, fortemente metallara.
Pur non ritenendolo (almeno ad una prima visione) uno dei migliori Horror del decennio passato, un po' per alcuni particolari che non credo mi abbiano convinto appieno (la fotografia, altrimenti ottima, in certe scene notturne come il prologo mi è parsa eccessivamente scura e il finale, ripensandoci, ha un che di convenzionale se non addirittura 'perbenistoide') e un po' perché nel complesso non credo sia così 'imperdibile', quest'opera è riuscita a convincermi nell'atmosfera sospesa tra follia umana e sovrannaturale occulto, nella citata estetica metal, nel montaggio (soprattutto quando alterna gli omicidi dell'antagonista Ray con l'estro pittorico del co-protagonista maschile Jesse), nella buona costruzione narrativa e nelle interpretazioni del Cast, dove spicca il disturbato Ray di Pruitt Taylor Vince. Molto interessante, inoltre, mi è parsa l'ambigua posizione 'morale' del film: da un lato, infatti, potremmo ritrovare un tradizionale messaggio cristianamente anti-satanista nelle azioni di Ray, ma le stesse voci sentite dal killer, quando vissute da Jesse, lo portano ad appassionati sfoghi artistici oltre che a visioni profetiche molto utili nella risoluzione positiva del pericolo che minaccia la sua famiglia e in particolare la figlia Zooey. A me piace quindi pensare che la presunta fonte 'satanica' di quelle voci possa essere recepita sia come strumento positivo sia come istigazione negativa, in base all'individualità di chi recepisce il segnale, e non credo sia un caso se tanto Ray quanto Jesse e Zooey siano estimatori di musiche metallose.
Ricapitolando e chiudendo, "The Devil's Candy" non è probabilmente un 'capolavoro' ma un'opera orrorifica molto interessante e affascinante, la cui fruizione è agevolata ulteriormente da una durata breve (meno di 80 minuti).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta