Regia di Sean Byrne vedi scheda film
La sindrome della casa stregata. Negli ultimi anni gli horror all'americana hanno avuto una lieve trasformazione, e ciò lo vediamo dalle opere che ci vengono imposte. In alcuni casi, assieme alla casa stregata, si immerge una maledizione, che farà da protagonista. Secondo la mia personale opinione, "The Devil's Candy" rappresenta la presenza di un gradino in più nella scaletta horror: sono venuto della sua conoscenza soltanto qualche mese fa (poiché uscito negli States e in tutto il mondo all'incirca DUE anni fa), ed ero molto curioso. Tralasciando che in molti ne hanno parlato, ma in pochi lo hanno visto, dalle apparenze mi sembrava una trama già vista, ma la visione ha completamente cambiato tutto. Non lo considero un capolavoro perché non é una vera e propria satira religiosa, ma é uno di quei pochi film che riesce a coniugare per bene l'horror con la religione. Gli elementi che si possono notare in questo film sono molto suggestivi, non originali ma imprevidibili. L'atmosfera, la fotografia e i personaggi sono il punto di forza del film, che già di per sé costituisce una forma d'arte incompresa al pubblico, che a quanto pare non ha fatto né caldo né freddo. Due particolari che mi son piaciuti del film sono la metafora del metal e la presenza dell'arte: il nostro protagonista é un pittore, amante dei Metallica o comunque della musica metal in generale, e sin dal suo trasferimento si ritrova tormentato da una curiosissima storia sul passato della sua nuova casa, accompagnata da un vicino molto strano, che spesso e volentieri lo infastidisce. La semplice storia di una famiglia che si trasferisce in una nuova casa é trita e ritrita, ma le sottigliezze presenti nel film, accompagnate a riferimenti che ne fanno da capo, coinvolgono lo spettatore nella paurosa avventura dei protagonisti, a parer mio capaci nello svolgere la propria storia.
Sorprendente.
7½.
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