Regia di Sean Byrne vedi scheda film
33° TFF - AFTER HOURS - NOTTE HORROR - AFA ESTIVA & BRIVIDI HORROR
Primo film della indimenticabile "Notte horror" torinese, ed anche il migliore della nottata.
Protagonista anche questa volta, guarda un pò, una casa, a suo modo maledetta, a suo modo acquistata a basso prezzo dai nuovi entusiasti giovani proprietari, un pittore fascinosamente trasandato che ama la musica metal ed il rock duro, con la giovane moglie e la figlioletta al seguito.
Tutti felici e contenti di arredare la casa nello stile un pò trasandato ma artistoide ed alternativo che li contraddistingue, almeno fino al giorno in cui si il protagonista comincia a venire tormentato da voci sospette provenienti dagli angoli della casa, e ancor più quando presso la soglia di casa si presenta i'impacciato pingue figlio dei precedenti proprietari dell'immobile, finiti morti ammazzati in circostanze decisamente violente, intenzionato a ritornare in possesso della sua vecchia magione, ancora viva dei ricordi inconfessabili di un passato decisamente terrificante.
Interessante horror che procede a ritmi molto metal e hard rock, che ci ricordano le atmosfere malate e psichedeliche del cinema di Rob Zombie, per raccontarci una vicenda accattivante e ben girata incentrata con al centro una contesa su una casa che ha visto troppo e che sta troppo a cuore al figlio matto, ma proprio matto, dei precedenti proprietari.
E siccome il figlio è interpretato da quel gigantesco (in diverse accezioni) Pruit Taylor Vince, attore dagli occhi mobili e tremolanti, psicopatico per eccellenza che sa inquietare anche solo a fissarne le pupille instabili, il risultato di creare spavento e tensione è garantito.
Nel cast funzionale, il protagonista fascinoso e muscolare, tatuato ed esibizionista, risponde al nome di Ethan Embry, ed in questo film, così selvaggiamente acconciato, ci pare un nuovo Viggo Mortensen.
Peccato per quel finalissimo troppo consolatorio che sopraggiunge a tradimento come inutile ciliegina su una torta che non può grondare glassa, e che si perde in un dejà vu un pò imbarazzante e buonista, decisamente fuori luogo dopo la cattiveria sprigionata e condita in opportuna originale salsa metallara.
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