Regia di James Bobin vedi scheda film
Tratto dal romanzo di Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, il film di cui vado a parlare altro non è che il seguito del più noto Alice nel paese delle meraviglie.
La protagonista, Alice (Mia Wasikowska), dopo un viaggio in Oriente torna a Londra da sua madre. Scopre che l'uomo a cui era stata promessa in matrimonio, ma che aveva rifiutato di sposare, Hamish (Leo Bill), dopo aver preso le redini della compagnia appartenuta al padre defunto vuole vendicarsi del fidanzamento non andato a buon fine e costringere Alice a vendere la Wonder, nave di cui ormai è diventata capitano.
Durante una cena, Alice indignata si allontana dal resto dei partecipanti, e seguendo una farfalla azzurra, si trova ad attraversare uno specchio e a trovarsi di nuovo nel Sottomondo.
Rivede gli amici lasciati nella vecchia avventura: PincoPanco; PancoPinco; la regina Bianca Mirana (Anne Hathaway); lo Stregatto.. e soprattutto il Cappellaio Matto (Johnny Depp).
Sarà lui la causa del viaggio di Alice nel passato: il Cappellaio è convinto infatti che la sua famiglia sia viva, e chiede alla sua amica di poterla rivedere.
Alice dovrà quindi rubare la chronosfera al Tempo (Sacha Baron Cohen) ed evitare che la Regina Rossa (Helena Bonham Carter) metta a ferro e fuoco il villaggio.
Scoprirà, amaramente ma anche in modo maturo, che il passato non si può cambiare, ma da esso si può imparare.
Cast stellato dunque per l'ultimo lavoro di James Bobin, che sostituisce egregiamente Tim Burton.
Il film, sequel più maturo del "vecchio" Alice nel paese delle meraviglie, è adatto davvero a tutti: ogni spettatore trarrà un insegnamento, dal più giovane al più attempato.
La sceneggiatura di Linda Woolverton è davvero piacevole, merito sicuramente anche del soggetto da cui è tratta.
Peccato per alcune battute, che in italiano non hanno la stessa presa rispetto alla lingua originale (indicando il guanto di Tempo, si parla della "mano del tempo", che in inglese suonerà come "the hand of the Time", o come "the end of the Time": la fine del Tempo!).
Gli effetti speciali, curati da Craig Leong, Luke Marcel e Charlie Pedersen sono notevoli e probabilmente uno dei motivi per cui questo film non si dovrebbe perdere.
E' invece Colleen Atwood, collaboratrice storica del già citato Burton e di Rob Marshall a occuparsi dei costumi, anche questi magnifici.
E' poi impossibile non citare il lavoro dei truccatori, davvero sorprendente.
Menzione d'onore per Pino Insegno, che è sempre un piacere ascoltare al doppiaggio -in questo caso del Tempo-.
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