Regia di James Bobin vedi scheda film
Potrei racchiudere il mio giudizio complessivo con due parole : il troppo stroppia. E questa pellicola è tutta "troppa". E il bello è che il film è tutto uno sfavillìo di colori, di luci, di personaggi estrosissimi, di situazioni curiose. Insomma è talmente pieno di tutto che non ci si dovrebbe annoiare. E invece, paradossalmente, ci si annoia proprio per questo dilagare di immagini sorprendenti senza più freni, è uno scatenarsi inaudito di fantasia visiva che -curiosamente- assume ben presto una chiave di clichè, per la quale dopo un po' di stupori e meraviglie varie tu -spettatore- cominci a stancarti e alla fine -travolto da questo delirio di trucchi e parrucchi elettronici- esci che sei sfiancato. Vabbè, poi sussiste anche il bizzarro contrasto tra quel senso vintage che contraddistingue una fiaba antica e classicissima e le diavolerie alettroniche qui abusatissime (come infatti evidenziavo poche righe sopra). Manca insomma il senso della misura e lasciando sciolte le briglie ai curatori degli effetti speciali si affossa un progetto nel cui ambito non si sentiva il bisogno di un equel, anche se d'altra parte se Hollywood insiste (e temo insisterà di nuovo) è segno che la faccenda funziona ottimamente al botteghino. Che dire? Il film è divertente, dotato di buon ritmo, fondamentalmente assai piacione, potenzialmnete rivolto ad un pubblico pop ma anche a quello un pelino più esigente. In altri termini un prodotto realizzato secondo criteri di marketing infallibili. Eppure mi è piaciuto così così. E' che -come prima accennavo- non sentivo affatto la necessità di dare un seguito alle vicende di Alice. Il solito "blockbusterone affarone", segno dei tempi di una Hollywood che raschia il fondo del barile, tra super eroi spompati e orrendi remake di favole in chiave dark. E Dio sa quanto mi spiace dirlo, a me che sono da sempre un fan della DIsney (la quale va detto però che attraverso la Pixar realizza progetti ben più intelligenti e pretenziosi... almeno quando ne ha voglia). Da segnalare i geniali titoli di coda e la colonna sonora curata dal solito (ottimo) Danny Elfman. E naturalmente la produzione di Tim Burton. Ma la sostanza, se superiamo il rutilare di effetti speciali, è pochina. Nel precedente "Alice" Tim Burton era presente come regista, qui come co-produttore, ma in entrambi i casi la critica ha nicchiato (e io con essa). Concludiamo col cast. Mia Wasikowska (ci risiamo coi cognomi impossibili, ma è un problema mio, scusate) è piuttosto brava, mi piace poi la scelta di un'attrice graziosa senza però essere bellissima secondo i canoni consueti). Anne Hathaway non ci posso fare nulla ma mi è sempre stata un po' antipatica con quel suo faccino da liceale saputella. Helena Bonham Carter è forse troppo brava, nel senso che "carica" in eccesso il suo personaggio sconfinando nel manierismo. Johnny Depp è il super mattatore che a mio modesto avviso sta esagerando nell'istrioneggiare, ed è a un pelo dal gigioneggiamento conclamato. Rhys Ifans come al solito eccellente. Ma ritengo che il trionfatore di questo cast sia Sacha Baron Cohen, attore cangiante come pochi altri, che passa con incredibile versatilità da ruoli e soggetti volgarissimi ad interpretazioni impegnative e raffinatissime. Un attore che ci stupirà ancora, e alla grande. In definitiva, un blockbuster che incasserà e funzionerà. Ma di buon cinema solo le ombre
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