Regia di Martin Zandvliet vedi scheda film
Nel 1945, immediatamente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il territorio danese doveva essere bonificato dall'enorme quantità di mine antiuomo che i tedeschi avevano seppellito sotto la sabbia lungo tutta la costa, prefigurando un attacco alleato da quella parte. Quattordici soldati tedeschi prigionieri, tutti giovanissimi, vennero utilizzati a questo scopo, sotto le direttive di un sergente (Møller) che, dall'iniziale piglio severissimo, passò gradualmente a un ruolo quasi paterno. Soltanto quattro di loro riuscirono a salvarsi.
Tratto da una storia vera che mette in scena un capitolo infame e poco conosciuto del secondo conflitto Mondiale, il film del danese Martin Zandvliet è una magnifica pagina di cinema antimilitarista, girata con una fotografia superba in territori mozzafiato, carica di suspense e di colpi di scena. Film ad altissimo valore pedagogico e dal messaggio inequivocabile: di fronte agli orrori della guerra qualunque differenza di nazionalità o etnia si svuota completamente di significato e si può finire persino per provare compassione per questi imberbi soldatini nazisti che davanti a un'esplosione chiamano la mamma e sognano salsicce.
Candidato all'Oscar 2017 come miglior film straniero.
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