Regia di Valerio Ruiz vedi scheda film
Una lunga intervista a Lina Wertmuller, intervallata da commenti rilasciati da attori, critici e colleghi che l'hanno conosciuta bene, ricostruisce la vita e le opere della più grande regista italiana di sempre.
Gli occhiali bianchi sono il segno caratteristico di Lina Wertmuller: il correlativo oggettivo perfetto per parlare della regista italiana più conosciuta, più amata e – in definitiva – più grande di sempre. In questo lavoro, il suo primo lungometraggio, Valerio Ruiz lascia che a raccontare la sua vita e le sue esperienze artistiche sia proprio lei, la protagonista, con la complicità di una serie di dichiarazioni rilasciate per l'occasione da colleghi, critici, attori che l'hanno conosciuta da vicino. Tra gli altri: Giancarlo Giannini, Sophia Loren, Piera Degli Esposti, Rita Pavone, Massimo Wertmuller, Piero Tosi, Martin Scorsese e Roberto Herlitzka. La Wertmuller, classe 1928, ha ancora energie e ironia da vendere; i suoi aneddoti sono degni di una sua pellicola e la maniera in cui li racconta ha inevitabilmente del cinematografico. Interessanti certi approfondimenti su aspetti meno noti come la carriera da cantautrice (!) o come qualche dettaglio sul rapporto intimo con il compagno di una vita Enrico Job, rapporto sempre tenuto lontano dai riflettori. Da assistente di Fellini, che già ne aveva intuito le grandi potenzialità, a candidata agli Oscar (per Pasqualino Settebellezze, 1975), dallo spiazzante I basilischi (1963), opera prima tutt'altro che scontata, al successo oltreoceano con Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto (1974), fino al disimpegno de Il giornalino di Gian Burrasca (1964), con la Pavone protagonista: Dietro gli occhiali bianchi è un approfondimento ben riuscito e con informazioni di prima mano: non si potrebbe chiedere di meglio. 6,5/10.
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