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La ballata della morte

Regia di Juan Ibañez, Jack Hill vedi scheda film

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La recensione su La ballata della morte

di alan smithee
4 stelle

VINCENT, BORIS, CHRISTOPHER & CO. 

Ad inizi '900, un arzillo ottuagenario benestante decide di convocare nella sua magione tutta la schiera di propri discendenti, per renderli edotti della natura del testamento che li vedrà a vario modo beneficiati dei propri averi terreni.

Tuttavia appena giunti, e poco dopo essersi intrattenuto con tutti gli ospiti, avendo provveduto con solerzia ad umiliarli ognuno in modo plateale e non senza imbarazzi, l'uomo accusa un malore e muore.

Gli invitati dovranno a questo punto gestire la situazione, ma scopriranno che la magione è disseminata di inquietanti giocattoli dalla forma antropomorfa in grado di comunicare con loro, e di mostrare atteggiamenti non sempre amichevoli. Sarà l'inizio di un massacro che risulterà tutt'altro che fortuito, ma anzi parte di un progetto sadico e ben preciso da parte dello scaltro padrone di casa.

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In originale intitolato House of evil, si tratta di un film messicano a bassissimo costo diretto a quattro mani da Juan Ibanez e da Jack Hill (per quanto riguarda le scene con la star Boris Karloff), che fa parte del pacchetto di 4 film che il produttore messicano Luis Enrique Vergara si impegnò a produrre scritturando la celebre star qui ormai ultraottantenne: gli altri furono Isle of Snake People, The incrdible invasion, e Fear Chamber.

Qui siamo di fronte ad un filmetto realizzato davvero in modo molto approssimativo, con scene vistosamente mal riprese, effetti piuttosto grezzi e di scarsa efficacia anche quando rapportati ad un'epoca piuttosto lontana, ma non certo da collocarsi agli albori della settima arte. La storia inoltre appare scritta in modo piuttosto rozzo, con svolte improvvise da una parte prevedibili, dall'altra piuttosto mal strutturate, che conducono verso un finale tutt'altro che a sorpresa.

 

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