Regia di Steven Okazaki vedi scheda film
Il documentario presentato a Venezia su Mifune è interessante per coloro che conoscono poco il grande attore giapponese, forse il più grande del Sol Levante. Se il cinema giapponese è balzato sugli schermi di tutto il mondo il merito è anche suo e soprattutto di uno dei più grandi sodalizi artistici della storia del cinema fra regista ed attore.
L'accoppiata con Kurosawa ha messo il Giappone sulla cartina del mondo cinematografico con Rashomon e se Kurosawa stesso o Mizoguchi e Ozu erano le menti dell'epoca d'oro del cinema nipponico, senza dubbio Mifune ne era il volto.
Un attore nato quasi per caso (voleva fare l'operatore o il fotografo), segnato dall'esperienza della guerra e che grazie ad un talento fuori dal comune ed uno sguardo tagliente riuscì ad emergere rapidamente rivoluzionando il genere dei samurai insieme a Kurosawa. Interessanti alcuni spezzoni del cinema muto che descrivono come erano i film di samurai prima dell'avvento di Kurosawa/Mifune.
Nonostante questo, ciò che doveva essere il punto focale del documentario, cioé la rottura di tale sodalizio e specialmente le cause, il documentario glissa colpevolmente, anche perchè la carriera dello stesso Mifune pur rimanendo prodiga dal punto di vista economico, non lo fu altrettanto dal punto di vista artistico. Ruoli di lusso, ben pagati, ma nella maggior parte dei casi di qualità inferiore. Il film di Okazaki è utile da un punto di vista didattico, però certamente qualche cosa in più poteva dare.
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