Regia di Johannes Roberts vedi scheda film
Thriller subacqueo che non morde, nonostante gli squali.
Gli quali continuano ad essere tra i soggetti prediletti del grande schermo e anche questo claustrofobico thriller di ambientazione subacquea ricorre al loro immarcescibile fascino, costruendovi intorno una trama essenziale.
Due sorelle, l’una molto diversa dall’altra, partono insieme per una vacanza liberatoria e all’insegna del divertimento negli azzurri mari tropicali, per lasciarsi alle spalle delle delusioni amorose e personali. Una mattina, lasciandosi convincere da dei ragazzi conosciuti sul luogo, decidono di provare un’esperienza da brividi: scendere sottacqua all’interno di una gabbia per poter osservare da vicino gli squali bianchi che popolano quelle zone. Ma quella che doveva essere un piacevole passatempo di qualche minuto si trasforma in un lungo incubo quando la carrucola si rompe e le due ragazze precipitano a 47 metri di profondità sul fondale marino, perdendo i contatti con il resto dell’equipaggio e avendo a disposizione una riserva di ossigeno limitata.
Per le due giovani inizierà allora una corsa contro il tempo, sotto la costante minaccia dei predatori più temibili del mare.
Lo spunto certo non è nuovissimo, ma quello che delude principalmente è l’insufficiente carica emotiva che permetta di subire realmente la tensione provata dalle due protagoniste. Qualcosa non funziona nel montaggio e nella regia, e alla fine il film sembra essere più lungo di quello che è, con pochi veri momenti interessanti e alcuni passaggi che paiono invece improbabili (le bombole che si esauriscono con più lentezza di quanto paventato, gli squali che appaiono e scompaiono senza concludere i loro attacchi).
Con una sceneggiatura più serrata e qualche idea in più, sicuramente il risultato sarebbe stato più accattivante, invece la noia è dietro l’angolo e i tanto famigerati squali si intravedono appena.
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