Regia di Perry Blackshear vedi scheda film
Un giorno Christian, camminando per strada, si imbatte in Wyatt, un vecchio amico che non vedeva da tempo. Christian lo invita a casa sua, intuendo che l’amico sta attraversando un periodo difficile. Tuttavia, la situazione si fa presto anomala: Wyatt infatti è convinto che l’umanità sia minacciata da mostri che, nascosti dietro sembianze umane, vogliono portare morte e distruzione.
They Look Like People, anzitutto, mostra due esistenze in precario equilibrio. Mentre Wyatt, infatti, vacilla sempre più - avvicinandosi di giorno in giorno al baratro della follia - anche Christian, che a differenza dell’amico, ha un lavoro e interagisce ancora con la società circostante, non se la passa troppo bene. Maniaco degli esercizi in palestra, ascolta libri motivazionali e in ufficio - si vanta - sta iniziando a farsi rispettare, mentre in realtà, si sta inimicando tutti e presto verrà licenziato. Infatuato di una collega, non riesce però, anche qui, a trovare lo slancio per fare il passo decisivo e continua invano a corteggiarla. Appare dunque chiaro che i due amici - apparentemente su fronti opposti - sono in realtà sulla stessa barca; e proprio nel loro rapporto di reciproca fiducia cercano l’ultimo appiglio per restare a galla. Sullo sfondo di una città grigia, di stanze squallide e mal arredate, la vicenda - in un crescendo di tensione che monta parallela alle visioni allucinate di Wyatt - si pone come un inquietante e affascinante horror dalle tinte esistenziali; il quale evidenzia come la paura dell’ignoto nasca, per prima cosa, dalla difficile quotidianità che dobbiamo affrontare.
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