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Psiconautas

Regia di Alberto Vázquez, Pedro Rivero vedi scheda film

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La recensione su Psiconautas

di Peppe Comune
7 stelle

In un tempo imprecisato, su un'isola che sembra uscita da un disastro ambientale senza rimedio, vivono molti esseri antropomorfi di diversa natura : cani, gatti, uccelli, volpi, topi, esseri strani con becchi affilati e anche oggetti parlanti. Soprattutto gli "olvidados" vivono sull’isola, un esercito di topi che solo tra le montagne di spazzatura alte come il cielo possono riuscire a trovare di che cibarsi e delle cose con cui guadagnare qualche soldo. Un mondo dominato dalla violenza perché il brutto ha incattivito tutti gli animi. Tra gli abitanti dell’isola ci sono anche Birdboy e Dinky, un uccellino rimasto orfano troppo presto e una topina rattristita dall’assenza d’amore. Due amici che separatamente vivono un rapporto molto tormentato con l'isola. Il primo fa uso di droga per ripararsi dai suoi demoni interiori, la seconda sogna la fuga dall'isola per ritornare a dare colore alla sua vita. 

 

scena

Psiconautas (2015): scena

 

C'è sempre un mondo nascosto dietro gli eccessi del mondo industrializzato. Oltre i fumi delle fabbriche e dentro i continui accumuli di spazzatura. Questo mondo può essere un'isola trasformata in una pericolosa bomba ecologica a causa del troppo spreco lasciato a marcire. C'è sempre una regressione verso gli abissi dietro ogni tentativo andato fallito di reggere il passo della società dei vincitori. Questi fallimenti fanno il popolo degli “olvidados”, degli esseri viventi dimenticati da tutti e da tutto, animati solo dalla violenza ferina per difendere il poco che gli è rimasto. Ci possono essere dei percorsi cinematografici alternativi per vestire di soluzioni visive originali l'intenzione di denunciare le ferite ormai insanabili inferte alla natura. Questo percorso è quello adottato dal duo spagnolo Alberto Vazquez Pedro Rivero con Psiconautas. Los niños olvidados, un film d'animazione  che ci catapulta dentro il brutto che ha incupito l'animo del pianeta. Nel farlo, questa favola per adulti oscilla tra le suggestioni horror conferite alla storia dalla personificazione concreta degli incubi dei nostri “antieroi”, e il taglio fantascientifico che caratterizza nel profondo l'ambientazione claustrofobica dell’isola. In ogni caso, “Psiconautas” non ha nulla di rassicurante, con le sue atmosfere cupe che tagliano a fette ogni tentativo di godere con appropriata serenità di questa fantasiosa rappresentazione di una catastrofe ambientale. I colori perdono consistenza al cospetto delle montagne di rifiuti che impediscono alla vista di guardare l'orizzonte. Si trasformano in ombre minacciose che con il loro popolare ogni spazio dell’isola danno forma visiva all' effetto voluto dagli autori spagnoli : generare un palpabile senso di sgradevolezza che è quanto ha incupito gli animi e opacizzato i colori. 

In tutto questo, va naturalmente sottolineato il lavoro grafico fatto sull’animazione, abbastanza classico nella realizzazione, con l'utilizzo del tradizionale “frame by frame”, ma certamente originale ed accattivante nella sua composizione d’insieme. Inoltre, è bene anche evidenziare che la realizzazione del film si è avvalso della collaborazione fattiva di due animatrici italiane, Dalila Rovazzani e Milena Tipaldo. Così come vanno sottolineate le musiche (di Aránzazu Calleja), che accompagnano passo per passo i tentativi dei nostri piccoli protagonisti di emanciparsi dai loro tormenti interiori. 

Nonostante la prevalenza di un’ambientazione tetra e minacciosa, c'è spazio per presenza delle più classiche amenità cartonate. Oltre alla presenza di numerose situazioni spassose (come il crocifisso che piange sangue perché strizzato da mani molto “devote” o il cane in calore che è il cocco dei genitori di Dinky), sono gli oggetti a dare vitalità alla triste vita dell’isola. Una sveglia che ha le sembianze di un topo, un salvadanaio a forma di porcellino è una papera canotto. È a loro che viene attribuita un po' di quell’umana contentezza che manca totalmente ad ogni essere antropomorfo che abita sull'isola.  

Si è detto che la topina Dinky e l'uccellino Birdboy sono gli “antieroi” di questa favola dark tesa a trasformare innocue creature cartonate in una rappresentazione credibile del male di vivere. Due amici per la vita che tentano strade diverse per giungere allo stesso fine : tentare di penetrare il cuore maleodorante dell’isola per cercare una via di fuga lungo la strada dei sogni dimenticati. Dinky vuole scappare da genitori troppo disamorati ed è pronta a sfidare i pericoli del mare pur di approdare su sponde più amiche. Birdboy cerca nell’uso di droga la sublimazione dei mostri che popolano il suo inconscio. Mostri che si materializzano sotto forma di grossi esseri alati, che volano sui rifiuti come a guardia di un senso del terrore che deve conservarsi sempre uguale. Come fanno i poliziotti, che sparano a vista chiunque voli più in alto delle montagne di spazzatura.  

Psiconautas” si concede qualche spiraglio di speranza solo nel finale, quando l'anima di uno spirito buono squarcia di luce viva la cupa atmosfera della storia. Un lieto fine che sa di poco per questo film d’animazione che tratta con fantasiosa immaginazione temi molto adulti. Consigliato. 

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