Regia di Jason Krawczyk vedi scheda film
Immortale per punizione, vampiro per necessità, cannibale per diletto. A interpretarlo Henry Rollins, attore non proprio irresistibile ma icona cult del rock alternativo americano. Le premesse perchè il film sia carne da macello come le vittime del suo protagonista ci sono tutte. Eppure... più trascorrono i minuti e meno ho voglia di abbandonarlo. Direi anzi che mi ci diverto parecchio e finisce per rivelarsi tutt'altro che l'inedito horroraccio temuto. Jack arriva dall'Antico Testamento, si nutre di sangue umano ma lo ordina già prelevato all'origine al mercato nero degli ospedali; è un buono (o forse è solo accidia?), con uno spiccato senso dell'umorismo, totalmente involontario, e la passione per il bingo ("Ci vieni tutti i giorni?" "Sì." "E quanto vinci?" "Non vinco."). Un Highlander low profile, senza spada e senza la minima illusione di reviviscenza; un Travis Bickle, molto meno incazzato e molto più immortale. Straniero camusiano in variante horror. Una figlia che gli sbuca all'improvviso, una cameriera che gli s'innamora, un nugolo di malcapitati deficienti che gli pianta addosso pallottole, coltelli e cacciaviti (e che gli fai): scuoteranno suo malgrado l'indolenza atavica di una microscopica parte della sua esistenza. Jason Krawczyk, questo sconosciuto, regista e sceneggiatore in solitaria di cui nessuno sembra saper nulla, ci sa fare: non si prende mai davvero sul serio, ha i giusti tempi e l'abs perfettamente funzionante per fermarsi sempre un attimo prima di debordare nel trash puro, scrive dialoghi con ficcante, grottesca ironia ("E dimmi, com'è stata la guerra civile americana?" "Non lo so, ero in Cina"), e si muove agilmente intorno al suo antieroe. Da seguire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta