Regia di Massimo Pirri vedi scheda film
Pirri aveva già confezionato qualche pellicola dozzinale su temi scottanti (terrorismo, pedofilia) sfogando un gusto tutto personale per un certo verismo nei dialoghi e nelle immagini, compresa qualche sequenza shock. Qui si dedica (il team in sceneggiatura è il consueto, cioè Pirri più Morando Morandini jr.) alla problematica della tossicodipendenza, d'altronde particolarmente sentita in quegli anni, ed ha perlomeno a disposizione un cast dignitoso (Berger; la Clery, doppiata; Citti in una particina); la scena cult è senz'altro quella della Clery che, inquadrata dal suo stesso punto di vista, seduta, si alza la gonna e si spara una pera fra i folti peli pubici (niente intimo per lei, la buongustaia). La trama si nutre di banalità sulla tematica che sminuiscono il possibile valore sociale, di sensibilizzazione, dell'opera, facendola soccombere in un'ipotetica sfida contro il coevo Amore tossico. Un pasticciato filmetto sugli eroinomani. 4/10.
Marco e Pina sono due trentenni eroinomani che vivono alla giornata per procurarsi la dose. Fra consumo e spaccio (causando anche l'overdose ad un ragazzino), le loro vite si consumano rapidamente.
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