Regia di David Wnendt vedi scheda film
Un'intelligente commedia tedesca. Dopo essersi suicidato nell'aprile del 1945, Adolf Hitler riappare misteriosamente nello stesso luogo, nell'anno 2014. Dopo un primo momento in cui si aggira smarrito tra la gente, viene accolto da un giornalaio, e successivamente notato da un giornalista freelance che fiuta la possibilità di ottenere successo tramite il personaggio. Ritenendo che Hitler non sia altro che un misterioso sosia del defunto dittatore, organizza per lui un tour della Germania, durante il quale entra in contatto con la gente comune, che ha l'occasione di esprimere le proprie (prevedibili) opinioni in tema di immigrazione, crisi economica, etc.; successivamente, Hitler "sbarca" in TV e, nonostante sia considerato un semplice ma bravo attore, riesce ad accattivarsi le simpatie del pubblico. Nonostante alcune battute d'arresto, la crescita del personaggio è inarrestabile, ed è ormai tardi quando il giornalista freelance comprende di trovarsi al cospetto del vero Hitler. Il film è divertente, ma molto ben realizzato. Pur senza effettuare approfondite analisi storiche, tenta di far comprendere come fu possibile che nel 1933 una nazione culturalmente così florida come la Germania scelse Hitler come propria guida : il dittatore è stato in grado di ascoltare il popolo, ed offrirgli colpevoli e cura per le condizioni difficili che dichiarava; il suo carisma e la sua abilità oratoria fanno il resto. Non solo l'Hitler dei giorni nostri non trova contestatori, ma è tratteggiato in modo da essere simpatico anche a noi spettatori. Ben vestito, forbito, determinato, arguto, sembra un uomo destinato al successo nei media, ed inoffensivo, perchè confinato in quell'ambito. Ma le cose cambiano dopo il monito di un'anziana ebrea, scampata alla Shoah, e le prime azioni "concrete". Ci è infatti mostrato che, come tanti decenni fa, Hitler è riuscito ad ottenere il consenso del popolo, ed è in grado di manovrarlo a proprio piacimento. I dialoghi conclusivi ed alcune sequenze definiscono chiaramente l'idea che sostiene il film : Hitler tornerà sempre, perchè è in tutti noi. E' l'ispiratore dell'egoismo e della sopraffazione, e si esprime secondo i canoni del populismo, tramite tanti personaggi, noti e meno noti, che trovano terreno fertile nei notevoli margini di libertà concessi dalla democrazia. Un ottimo esempio di cinema, diverte - alla storia dell'Hitler del 2014 s'intrecciano quella del giornalista freelance che lo intercetta e quella di giochi di potere all'interno del canale televisivo che lo ospita - e fa profondamente riflettere.
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