Regia di David Wnendt vedi scheda film
All'inizio del terzo millennio Hitler risorge. Nessuno in Germania capisce che è Hitler e, preso per sosia, viene invitato a fare la macchietta in tv.
La premessa è necessaria: il doppiaggio italiano - non molto superiore a standard amatoriali - penalizza enormemente questa commedia, che comunque ha qualcosa da dire e parte da premesse senz'altro avvincenti. Hitler è ancora vivo nella Germania dell'Europa unita, della Merkel, degli immigrati: chiedersi cosa farebbe è scontato; già meno lo è chiedersi come verrebbe accolto. Il film di David Wnendt, tratto da un romanzo di Timur Vermes con una sceneggiatura firmata da Johannes Boss e Marco Kreuzpaintner, ritrae così un più che mai sprezzante e convinto Fuehrer alle prese con una nazione talmente disincantata e superficiale da scambiarlo per una macchietta comica, un sosia ridanciano, facendone le fortune con la logicamente susseguente trasformazione in personaggio televisivo. Dal punto di vista dei contenuti l'opera regge bene; l'intreccio e la confezione sono però palesemente orientati al formato tv, alla fiction, fra luci altissime, camera a mano anche e soprattutto quando non serve, personaggi monodimensionali, situazioni stereotipate e via dicendo. Ecco perchè Lui è tornato rappresenta un'occasione sprecata per far ridere di gusto lanciando al contempo un preoccupante messaggio: questi siamo noi, oggi, vuole dirci Wnendt, così frivoli e sbadati da non renderci neppure conto delle minacce che covano come fuoco sotto la cenere. Oliver Masucci è un protagonista limitato; al suo fianco c'è un cast di interpreti dai curriculum prevalentemente composti da produzioni del piccolo schermo. 3,5/10.
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