Regia di Christoffer Boe vedi scheda film
Quinto lungometraggio per Christoffer Boe, anche sceneggiatore qui, fra i principali esponenti del giovane cinema danese del terzo millennio. Beast è un dramma psicologico nel quale si assiste alla metamorfosi di una storia d'amore in un incubo sanguinolento, diretto con mano salda e stile "post-dogma", cioè ancora legato ai dettami del manifesto proposto nel 1995 da Lars Von Trier e Tomas Vinterberg: luci naturali, dialoghi veristi, montaggio frenetico. Ma la vera protagonista, realmente davanti alla macchina da presa per la maggior parte della pellicola, è l'introspezione nelle vite e nelle distorte mentalità dei personaggi, uno studio accurato delle svariate morbosità che vanno a configurare un triangolo amoroso soltanto in apparenza comune; tre i protagonisti principali (gli ottimi Nicolas Bro e Nikolaj Lie Kaas, la già meno esaltante Marijana Jankovic), ciascuno a proprio modo 'deviato'. In ordine crescente di follia: l'amico infedele (sia nei confronti della propria moglie, che dell'amico la cui moglie ha come amante), la donna masochista e irrisolta fra marito e amante, l'uomo sadomasochista e pervaso dalle turbe paranoiche. Ce n'è per tutti i gusti, insomma, in questa storia nella quale tutto accade in sordina fino alla scena madre finale, tragedia in cui si scopre il rovescio della medaglia della storia. "You're a beast", dice l'innamorato-non (abbastanza) corrisposto Bro alla Jankovic in una delle prime battute del film: difficile immaginare come potrebbe essere tradotto il titolo in italiano. Ma effettivamente il problema non si pone già alla radice, poichè probabilmente nel Belpaese il film non arriverà mai. 5,5/10.
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