Regia di Antonio Petrucci vedi scheda film
Napoli. Nando ha 13 anni e rubacchia. Finito in riformatorio, fugge e, non potendo tornare a casa, trova accoglienza presso un simpatico suonatore ambulante. Molto presto si caccia di nuovo nei guai, anche se stavolta non ha nessuna colpa.
Fra commedia e melodramma, nello spirito della sceneggiata partenopea e al contempo delle opere di Eduardo, Cortile vede proprio in De Filippo un ottimo e difficilmente sostituibile protagonista, con il giovanissimo Georges Poujouly, francese, che si ritrova a fargli da spalla nonostante sia il personaggio attorno al quale tutta la pellicola ruota. In un ruolo laterale c'è anche Peppino e fra gli altri interpreti vanno annoverati Luigi De Filippo, figlio di quest'ultimo, Nando Bruno, Marisa Merlini, Anita Durante, Massimo Carocci e Ignazio Leone, con una particina riservata al regista. Ovverosia Antonio Petrucci, anche autore del soggetto insieme a Gino Visentini e della sceneggiatura insieme a Gaspare Cataldo, assurto alla celebrità l'anno precedente per aver firmato Il matrimonio, con il trio Sordi-De Sica-Pampanini; al di là di questi due film, però, le tracce di Petrucci sul grande schermo si perdono. Peraltro nel confronto fra i due titoli Cortile ha la peggio: pellicola impacciata, di maniera, che nel 1956 già poteva sembrare sorpassata: temi di modesto impatto, situazioni ritrite, risoluzione lieta quanto facilotta. Di buono, a parte Eduardo, ci sono senz'altro le musiche di Angelo Francesco Lavagnino. 3,5/10.
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