Regia di Jacques Becker vedi scheda film
Per certi versi è un film che definirei tranquillo, poiché, nel pur complessa vicenda con momenti molto drammatici, il tono e l'enfasi sono costanti sul basso, come se si trattasse di eventi di tutti i giorni. E' una caratteristica secondo me anche di molti film di Renoir. Eppure il regista crea comunque un clima drammatico impiantato su un film solido e senza smagliature. I personaggi sono di quelli che restano impressi nella memoria, anche merito degli attori. Reggiani dà il suo volto malinconico e disilluso a un uomo assolutamente passionale ed estremo, nel bene e nel male. Nel bene per quanto riguarda l'amicizia, poiché è capace di andare liberamente in galera e al patibolo per scagionare l'amico accusato ingiustamente; nel male perché non esita ad uccidere il rivale in amore quando c'erano sicuramente altre soluzioni possibili (che stavano soprattutto a lei), o a uccidere per pura vendetta. A proposito del personaggio di Reggiani mi chiedo da dove molti abbiano rilevato che sia un anarchico; io non ho scorto nel film il minimo accenno. E' un tipo sui generis, questo sì, che ha conosciuto la vita dietro le sbarre (ma non si dice perché), ma di anarchia o di attentati non si fa parola. Se mi sbaglio, correggetemi.
Simone Signoret è molto brava e molto bella, in uno dei ruoli migliori della sua carriera.
Come in altri film di Becker, c'è il già citato tema dell'amicizia e quello della malavita, che qui, a differenza di "Grisbì", è solo un mondo di mascalzoni, di soprusi e di omicidi.
La scena finale è al solito sotto tono, ma con gli espedienti dell'eliminazione del sonoro e del fuori campo finisce per far stringere lo stomaco. Un tocco di un grande regista.
Molto bella la musica della sigla iniziale, benché il film sia per il resto avaro di musiche.
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