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Gli angeli con la faccia sporca

Regia di Michael Curtiz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli angeli con la faccia sporca

di Eliaabbondanza
8 stelle

 Era il 1938, e Hollywood si trovava nel suo periodo di massimo splendore: "Angeli con la faccia sporca" è una perfetta dimostrazione della creatività, del talento e dell'enorme professionalità del cinema americano dell'epoca, un insieme di fattori che contribuiva alla realizzazione di pellicole strepitose. La Warner Bros, d'altronde, era ben attenta ad arruolare nella sua scuderia persone versatili, ingegnose, in grado di saltare da un genere all'altro senza alcuna difficoltà,  persone sulle quali poteva fare affidamento e portare la massima fiducia. E va detto che ebbe una grande, inestimabile fortuna nell'aver trovato come complice una squadra di assidui lavoratori formata da registi, interpreti, scenografi instancabili, affiatati, capaci di far tutto( melò, noir, musical)senza obiezioni, senza remore, riuscendo in tempi molto ristretti a sfornare piccoli e grandi capolavori a ripetizione: Michael Curtiz era uno di questi. In quell'anno girò ben cinque pellicole, completamente diverse l'una dall'altra, arrivando a sfiorare vette di bravura ineguagliabili e aggiudicandosi inoltre ben due candidation all'Oscar: " La squadriglia dell'illusione", il western " Occidente in fiamme", " La leggenda di Robin Hood" con Errol Flynn, l'interessante commedia drammatica " Quattro figlie" e infine questo " Angeli con la faccia sporca", in assoluto uno dei gangster movie più toccanti e trascinanti del decennio.Il progetto iniziale prese vita in un piccolo studio cinematografico, la Grand National Films, dove James Cagney si era trasferito a seguito di una disputa contrattuale con la W. Bros e dove riceveva una percentuale dei profitti; poi, con il ritorno del celebre interprete alla casa di produzione originaria( che gli  concesse un nuovo e ben più proficuo contratto per non lasciarselo sfuggire, consapevole della stima e dell'affetto di cui godeva presso pubblico e critica)  lo script cambiò di mano. Nello spostamento la sceneggiatura subì innumerevoli cambiamenti e modifiche: per non rischiare problematiche con l'autorità cattolica di censura( che era solita inserire i film sulla malavita nella categoria " moralmente obiettabili e in parte per tutti" o addirittura in quella "censurati a tutti" , portando a picco gli esiti commerciali e in probabile fallimento i finanziatori) la trama venne parzialmente riscritta e ripulita da cima a fondo( difatti bisognava stare molto attenti alle immagini che si mostravano, bisognava proseguire con i piedi di piombo, ed era facile inciampare in tematiche considerate tabù: per esempio era rigorosamente vietato far vedere un mafioso maneggiare un mitra), molti elementi( a dire il vero alquanto innocenti) vennero eliminati( la creazione di un giubbotto antiproiettile, la sequenza di un rapimento), molti accenni alla violenza tolti per privilegiare un insistito aspetto religioso che permane su tutta la vicenda( a partire dal titolo) e che consiste nel senso di redenzione del bullo arrogante e orgoglioso a cospetto di Dio, ideologia secondo cui il protagonista non solo viene punito per le sue malefatte ma deve anche fingere di morire da vigliacco, per tranquillizzare lo spettatore ed evitare cattivi riscontri al botteghino: adottando questa soluzione finale infatti non solo il gruppo di monelli che idolatrava( volendo imitare a tutti i costi) il Rocky Sullivan di Cagney torna sui propri passi e ai pii insegnamenti di padre Jerry, non desiderando paragonarsi ai comportamenti di un codardo, ma anche il pubblico adulto con prole poteva restare sereno e sicuro che i propri figli capissero qual'era il percorso da seguire nella vita, un percorso fatto di lealtà e onestà! Scelta consolatoria, frutto di un chiaro compromesso( nel corso della narrazione vengono esposti diversi frammenti in cui Rocky ha la meglio, ispirando certamente più simpatia e apprensione del prete suo amico d'infanzia, e i momenti cruenti non mancano, ma è accettabile se il racconto termina per il meglio e la giustizia trionfa!) che però non va ad intaccare minimamente il livello qualitativo dell'opera, anzi: la scena dell'esecuzione è da brividi, una delle più cupe e angoscianti del genere. Il lungo percorso che porta dalla cella alla sedia elettrica , quasi onirico per la suggestione che riesce a creare attraverso l'utilizzo delle ombre( ricordante la lezione dell'Espressionismo tedesco), dell'illuminazione e dei dettagli( i primi piani sul volto del protagonista, che per'altro venne fuori molto provato dalla realizzazione del segmento, ricordandolo in seguito come uno dei più difficili della sua carriera) è diretto e interpretato magistralmente, rimane impresso nella memoria e non è facile dimenticarsene facilmente. Ma il film è pieno di pagine bellissime, una su tutte: la partita a pallacanestro tra i Dead end Kids e la squadra rivale, in cui per sopperire ai modi sleali dei primi Cagney si sostituisce all'allenatore O' Brien,  impartendo al gruppo di giovani una dura lezione e insegnando loro l'importanza della correttezza. Ma anche l'inizio con i due personaggi principali ancora adolescenti non è male, con un inseguimento che avrà ripercussioni fondamentali sulle loro esistenze, simbolo di un destino beffardo e irrevocabile in cui anche il più insignificante degli avvenimenti può avere un peso enorme sulla vita di un uomo. Girata con ricchi mezzi e senza badare a spese( per una sequenza vennero utilizzate ben 56 camionette di frutta vera!) questa drammatica parabola, che non manca di eccessi moralistici e stereotipi, sa rappresentare con graffiante durezza l'America nel suo lato più sgradevole, cinico ,corrotto, con i suoi problemi e difetti, (capaci di influire negativamente sulla formazione di un individuo, trasformandolo in una specie di "mostro" dal punto di vista sociale: un gangster, per l'appunto)e può contare sulla prestazione di un grande James Cagney nel pieno della forma, in grado di rinnovare( senza ripetersi) la caratterizzazione che lo aveva reso noto qualche anno prima in " Nemico pubblico"( che avrà poi il suo culmine artistico nel capolavoro di R. Walsh " La furia umana" , di dieci anni più tardi) arricchendola di sfumature, iniettandovi la sua ironia, la sua spiccata gestualità, i suoi modi di essere e di fare unici ( va fatto notare come Cagney non fosse molto distante dai ruoli che interpretava: durante le riprese prese per un braccio, minacciando di spezzarglielo, uno dei Dead end Kids che improvvisava non attenendosi al copione!). Lui e Pat O' Brien erano grandi amici( d'altronde si trattava già della quarta produzione assieme)e formano una coppia molto affiatata, ma anche tutti i duetti con un H.Bogart a inizio carriera( non ancora diventato una star, ma bravissimo nel tratteggiare un avvocato infido e viscido) sono degni di nota. A completare il quadro ci sono Ann Sheridan, presenza femminile di enorme carisma, carattere ,personalità, e una delle migliori regie di Curtiz, che imprime ogni immagine della sua sagace costruzione d'atmosfera e del suo incredibile senso visivo. Cosa volere di più?

Alla sua uscita riscosse responsi più che positivi e incassi da capogiro, e rivedendolo oggi non si può che guardare con ammirazione e rimpiangere un periodo così prolifico, rigoglioso e meraviglioso.


 
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