Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Attorno all'anno 2600 la Terra, surriscaldata ed inquinata, non ce la fa più a garantire le condizioni ideali o almeno minime indispensabili di vita.
Pertanto l'Organizzazione Mondiale ha già da tempo provveduto a colonizzare Marte, provvedendo anni prima a mettere le basi per la formazione di un'atmosfera ed un habitat coerenti con le necessità basilari della vita umana ed animale: muschio e scarafaggi infatti sono da anni stati impiantati sul Pianeta Rosso, che ora presenta valli verdeggianti suggestive. Una prima spedizione viene quindi mandata a bonificare e rendere abitabile il pianeta: la bonifica riguarda essenzialmente l'eliminazione degli scarafaggi, che ormai hanno assolto al loro compito sacrificale.
Essi però, nel frattempo, sono mutati, Si sono evoluti fisicamente e cetebralmente, e per debellare i quali ora non è certo più sufficiente uno spray lanciato dalla navicella a largo raggio.
Pertanto i membri dell'equipaggio, ex rifiuti e delinquenti della società addestrati per la missione e a cui gli scienziati hanno innestato i geni di differenti insetti, per renderli più adatti a sopportare l'atmosfera ostile del nuovo pianeta, si troveranno impegnati in una missione rischiosissima, costretti ad affrontare un'orda di esseri mutanti giganteschi, fortissimi e incredibilmente rapidi di riflessi.8
A raccontarla così, la trama di questa in un certo senso insolita incursione nella fantascienza da parte del prolifico regista nipponico Takashi Miike, fa gola ed ispira parecchio.
Peccato che invece la messa in scena tutta virtuale, al risparmio, stilisticamente goffa ed in linea col videogame che certamente ha ispirato la storia, renda tutto il contesto puerile, scontato e "virtuale", grezzo e grossolano (gli scarafaggi tutti identici ed ebeti) da far rimpiangere film terribili é dozzinali come Mortal Kombat o addirittura le incursioni maldestre ma coraggiose di Luigi Cozzi nella fantascienza scopiazzata dagli Usa in pieni anni '80.
Altro che Carpenter ed i suoi Fantasmi da Marte: qui solo trucchetti da quattro soldi, per un film realizzato alla veloce, con la consueta e nota rapidità di un cineasta che tuttavia ci ha abituato altrimenti a ben altri livelli qualitativi, anche restando confinato nei limiti, talvolta un po' limitanti, del genere più puro.
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