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Parigi può attendere

Regia di Eleanor Coppola vedi scheda film

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La recensione su Parigi può attendere

di alan smithee
2 stelle

locandina

Parigi può attendere (2016): locandina

La bellissima moglie cinquantenne un pò annoiata ed irrisolta di un noto produttore cinematografico americano, che se l'è portata a Cannes in un viaggio di lavoro affiché ella trovasse il giusto clima per distrarsi, divertirsi, magari ritrovando la complicità di coppia annebbiata dalla routine lavorativa sempre affannosa di lui, si trova costretta a non seguire il marito nel prosieguo del viaggio ad Istanbul a causa di un forte dolore ad un orecchio che le impedisce di poter imbarcarsi in aereo.

Sceglie pertanto di aspettare il marito a Parigi, anticipandolo, viaggiando in macchina, accompagnata da un collaboratore francese del marito, che si offre, non proprio in modo disinteressato, a portarla con lui sin nella capitale, ove dunque i coniugi si rincontreranno dopo pochi giorni.

Un viaggio on the road attraverso la Francia delle strade meno percorse, ma non per questo meno seducenti, intrapreso con la coupé vintage dell'uomo, galante proprio perché da sempre molto sensibile alle grazie seducenti della donna, ancora molto avvenente. Quest'ultima approfitterà delle molte soste proposte dall'astuto autista, per scoprire il lato più autentico (?) di una Francia forse meno nota, che racchiude ancor meglio i segreti deì uno degli stati più conosciuti ed apprezzati al mondo per cultura, arte, cucina, patrimonio naturale ed altre amenità che la regista sostiene di conoscere, rivendicadoli in un elenco scrupoloso, che tenta di rappresentare, riproducendone l'essenza.

Arnaud Viard, Diane Lane

Parigi può attendere (2016): Arnaud Viard, Diane Lane

Alec Baldwin, Diane Lane, Arnaud Viard

Parigi può attendere (2016): Alec Baldwin, Diane Lane, Arnaud Viard

Questo il canovaccio dell'esile storia, un tentativo di seduzione che pare inverosimile mettendo da una parte a confronto la bellezza artisticamente scalfita dalla maturità di Diane Lane, attrice ormai di famiglia dei Coppola, e riferimento in particolare di molto cinema di Francis dai primi '80 in avanti, con il sorriso porcino e tutt'altro che seducente di un anonimo Arnaud Viard che non capiamo proprio da dove sia uscito (se proprio il film era un sogno indispensabile da mettere su pellicola, almeno l'accortezza di ingaggiare un attore pieno francese dotato di un certo charme:, che so io, Thierry Lhermitte, Christopher Lambert, persino l'incartapecoriti Johnny Hallyday, per citarne qualcuno a caso senza pensarci a lungo).

E poi il film -  che pare davvero quello che si temeva, ovvero un capriccio senile di una donna, Eleanor Coppola, invero in precedenza davvero tenace, nonché fotografa dotata e moglie determinata di un gran regista finito in crisi a fine anni '70 durante la tribolata preparazione del suo travagliatissimo capolavoro Apocalypse Now, molto della riuscita del quale dipende proprio da questa donna - si riduce ad unaa accozzaglia imbarazzante e vacua di luoghi comuni (come quello che dà per scontato che ogni francese è un inguaribile, instancabile, efficientissimo puttaniere) che al confronto il tanto vituperato e deriso "Sotto il sole della Toscana", sempre con la Diane Lane (e Raul Bova!), ma celebrante in quella occasione le italiche meraviglie, pare quasi un buon film, nonostante le pizze, i mandolini, e le sviolinate a proposito di una italietta da cartolina.

Diane Lane

Parigi può attendere (2016): Diane Lane

Diane Lane, Arnaud Viard

Parigi può attendere (2016): Diane Lane, Arnaud Viard

Qui ancora peggio, se possibile, con le noie della celebrazione di una cucina prelibata decantata da due commensali che assaggiano e piluccano senza la minima parvenza di appetito, sciorinando una cultura teorica da quattro soldi relativa ad una cucina della perfezione che peraltro esiste in Francia, ma solo a livelli così alti che nella media restano più che altro i ricordi di ristoranti spesso improvvisati, con dehors aperti agli scarichi della strada pubblica o tavoli tra i passanti sui marciapiedi, o affastellati di ninnoli e giochi di presentazione che nascondono piatti tutt'altro che veraci e non esattamente frutto di antiche collaudate tradizioni culinarie di epoche remote.

E poi assitere ai corteggiamenti di due commensali che divinano il cibo senza la minima parvenza d'appetito, assaggiando e sprecando ogni bendiddio per il gusto di non annoiarsi, è davvero un tedio insopportabile. Come insopportabile, insalvabile, intollerabile è il film nella sua interezza, dimostrazione ulteriore della stolta ingenuità americana più diffusa, che ha un'idea davvero bidimensionale, stereotipata e insulsa di un'Europa che probabilmente non si meritano di conoscere, se non depurati di preconcetti e orpelli che assolutamente non ci meritiamo nemmeno in una parodia ironica del nostro modo di vivere.  

In un cameo fulmineo ed imprevedibile scorgiamo pure Aurore Clement, pure lei "amica di famiglia" dei Coppola: chi conosce la versione Redux di Apocalypse Now (un autentico capolavoro, meglio ancora della tormentata versione originale) sa di cosa sto parlando.

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