Regia di Stefano Mordini vedi scheda film
Pericle è il picciotto di un boss mafioso in Belgio; la sua specialità, essendo capace di continue erezioni potentissime, è quella di sodomizzare chi si rifiuta di sottostare ai taglieggiamenti del suo padrone. Ma un giorno Pericle tocca la persona sbagliata e si ritrova costretto a fuggire.
Da Romanzo criminale in avanti, questo film lo abbiamo già visto e rivisto e stravisto innumerevoli volte. E Scamarcio ci capita in mezzo continuamente: coincidenze? No: soltanto poca fantasia da parte di produttori, registi e di chi fa i casting; Pericle il nero è la solita, ormai vecchia storia di malavita all’italiana, di duelli fra piccoli e grandi boss, picciotti coraggiosi, inibizioni morali azzerate da una costante voglia di successo, di fama, di denaro – quantomeno stavolta il romanzo di Giuseppe Ferrandino da cui è tratta la sceneggiatura di Francesca Marciano, Valia Santella e del regista Stefano Mordini non è ambientato né nei sobborghi romani, né a Napoli (altro grande classico di questo genere di pellicola, oramai), bensì all’estero, più precisamente in Belgio. Per il resto comunque poco cambia: azione, violenza, una buona dose di cattiveria e la perenne sensazione di tifare per quelli sbagliati, come è normale che sia in una vicenda nella quale tutti i protagonisti sono criminali. Accanto a Scamarcio, che ha oltretutto anche un ruolo di produzione ed è stato il principale promotore del film (pare che il primo regista a cui ha pensato fosse Abel Ferrara: per nulla fuori luogo, anzi), recitano tra gli altri Gigio Morra, Maria Luisa Santella, Marisa Fois, Corentin Lobet, Valentina Acca e Simon Caudry. I tempi di Provincia meccanica (2005) sono lontani per Mordini, fortunatamente per lui; ciononostante Pericle il nero non è indubbiamente una visione particolarmente stimolante, né originale. 4/10.
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