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Pericle il nero

Regia di Stefano Mordini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Pericle il nero

di sasso67
6 stelle

Quando lessi il romanzo Pericle il nero di Giuseppe Ferrandino, tutto mi sarei immaginato tranne che vederne tratto un film prodotto, tra gli altri, dai fratelli Dardenne (che forse, all'epoca, nemmeno conoscevo). Probabilmente questo ha contato nella scelta di spostare l'azione da Napoli a Liegi, in Belgio (la seconda parte del film, di conseguenza, è ambientata a Calais anziché a Pescara). all'epoca in cui lessi il romanzo, forse per la vicinanza temporale della lettura, mi venne spontaneo confrontarlo con Arrivederci, amore ciao di Massimo Carlotto, incentrato sulla figura di un ex terrorista dell'estrema sinistra, dotato di una maggiore consapevolezza politica e di un senso etico ancora minore di questo Pericle, scagnozzo della camorra, incaricato di - letteralmente - metterlo nel culo a chi non paga il pizzo al suo boss, Don Luigi.

Per un banale errore, Pericle accoppa la sorella del boss rivale di Don Luigi (ma i due sono in fase di accordi) e si ritrova braccato dalla sua stessa organizzazione. Fugge dunque a Calais, inizialmente intenzionato, appena messi da parte i soldi necessari, ad attraversare la Manica. Nella città portuale francese, tuttavia, Pericle conosce una ragazza separata a cui in qualche modo si affeziona.

È probabile che la trasposizione dall'Italia di fine anni Novanta (il romanzo di Ferrandino è del 1993, ma la sua maggiore diffusione si è avuta dopo l'edizione Adelphi del 1998) all'Europa del nord dei nostri giorni è dettata anche dalla volontà di usare la vicenda noir per parlare della società contemporanea ed infatti quando Pericle arriva a Calais si notano a bordo strada le rabberciate tende dei migranti.

Il film di Stefano Mordini funziona, secondo me, soltanto a metà, in particolare nella prima parte, nella quale assume senso anche la faccia volutamente poco espressiva imposta a Riccardo Scamarcio. Non convince del tutto, invece, il finale parzialmente granguignolesco nel quale il protagonista non sembra pagare pegno né ai camorristi né alla polizia. È comunque apprezzabile un sottile filo d'ironia che si avverte lungo lo svolgimento del film, come quando Pericle fa cilecca a letto con Anastasia, salvo rifarsi quando la ragazza gli si offre "da dietro". (8 gennaio 2017)

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