Regia di Yorgos Zois vedi scheda film
In un grande teatro ateniese va in scena una tragedia antica. A un tratto però il regista sale sul palco e chiede aiuto al pubblico: servono volontari per mandare avanti la recita. Alcune persone si offrono a recitare un copione del tutto nuovo, improvvisato su due piedi dallo stesso regista.
Una certa tendenza del cinema greco, potremmo dire parafrasando il Truffaut dei Cahiers, che ha preso vita dalla fine del primo decennio del ventunesimo secolo, ha proiettato sugli schermi opere ingegnose, ambiziose, cerebrali e soprattutto di rottura: questo Interruption, primo lungometraggio per Yorgos Zois, è un lavoro che taglia i ponti con la classicità – cosa tutt’altro che semplice, per un greco! – e consegna allo spettatore una visione della vita e dell’arte totalmente rinnovata, che ristabilisce i confini dell’una e dell’altra. Un film ambientato a teatro, ma non un film teatrale: riportare il copione (del regista, con la collaborazione di Vasilis Kyriakopoulos) sulle assi di un palco sarebbe impensabile, tale è la complessità della scrittura (si pensi anche soltanto alle inquadrature sperdute nel foyer, nella biglietteria, dall’esterno dell’edificio, che restituiscono in maniera indiretta al pubblico l’idea della rappresentazione viva, in sala). E la cosa più interessante di questa ‘greek weird wave’ (qualcuno l’ha definita così) è la compartecipazione, la volontà da parte di tutti i cineasti di rendersi utili in qualsiasi ruolo e anche nelle altrui pellicole, cosa che dà l’idea di una scena unita e organizzata: Zois, oltre che regista e sceneggiatore, è stato anche produttore e attore – anche in un film del primissimo Yorgos Lanthimos, la punta dell’iceberg di questo gruppo, a sua volta produttore, montatore e attore in pellicole altrui. Di Interruption va comunque rilevata l’eccessiva staticità che conferisce pathos e tensione alla narrazione, ma assottiglia anche l’attenzione dello spettatore che ha tutte le ragioni per sentirsi a tratti indispettito considerata anche la durata di poco inferiore a due ore. In un cast sostanzialmente convincente, a spiccare è senz’altro Alexandros Vardaxoglou, che interpreta il regista. 5,5/10.
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