Regia di Alberto Caviglia vedi scheda film
Negli ultimi anni i casi di antisemitismo e di crescente odio nei confronti di chi ha origini ebree sono aumentati esponenzialmente. Dalla fine degli anni Novanta a oggi, le indagini statistiche segnalano un'impennata di xenofobia che non si vedeva dal periodo pre-Seconda guerra mondiale. Partendo da questo dato, l'esordiente Alberto Caviglia riflette sul tema dell'antisemitismo ricorrendo alla satira e al finto documentario. Al centro del suo Pecore in erba vi è la figura di Leonardo Zuliani, giovane di Trastevere che nel luglio 2006 scompare misteriosamente dopo un'esistenza fatta di alti e bassi, ascensione nell'olimpo dell'odio, intuizioni geniali e fiuti commerciali, tutti legati in maniera inestricabile al profondo odio, in lui innato, per tutto ciò che è ebreo. A informarci della sua assenza è la voce di una giornalista di Sky Tg24, che in un'edizione straordinaria segue la folla infinita di persone che si sono riunite a piazza del Popolo per chiedere a Leonardo di tornare a casa. Lasciata la linea a uno speciale approfondimento della testata, iniziamo lentamente a scoprire chi fosse Leonardo, partendo dalla sua infanzia segnata dall'abbandono del padre all'età di un anno.
Cresciuto in una casa dove vive con la madre, la sorella e l'anziano nonno, Leonardo viene ricordato da coloro che l'hanno conosciuto e da chi può testimoniare empiricamente e teoricamente le sue gesta. Antisemita di nascita come se nel suo dna fosse insito un particolare gene, Leonardo manifesta le proprie inclinazioni sin dai tempi delle scuole elementari, periodo in cui si mette in luce l'odio profondo nei confronti di un compagno di origine ebrea, Mario. Man mano, i comportamenti di Mario diventano sempre più 'ingenuamente' pericolosi, tanto da attirarsi addosso le ire dei terroristi arabi e dare il via alla nascita di una nuovo timore collettivo che non lo fa vivere in pace: l'antisemifobia. L'antisemifobia è la paura degli antisemiti, di cui Leonardo è il simbolo per eccellenza. Creatore di un fumetto cult, autore di una nuova versione riveduta e corretta della Bibbia (dalla quale cancellerà ogni riferimento agli ebrei), artefice di una linea di moda, fondatore di una catena di fast food in cui si serve solo carne di maiale e ispiratore per un film nominato agli Oscar sulla sua vita (interpretato da Vinicio Marchioni e Carolina Crescentini), Leonardo vede la sua stella eclissarsi a causa di un episodio sfociato in incidente diplomatico internazionale prima di scomparire.
Al pari di uno Borat di Trastevere, con le sue trovate Leonardo sdogana il suo antisemitismo puro in un mondo surreale in cui gli ebrei sono la causa di tutto, dalla morte di Buddha all'uccisione di Kennedy. Trova proseliti da instradare e maestri negazionisti da seguire, senza mai nulla che possa scalfire le sue idee, nonostante le preoccupazioni familiari. Costruito come un mockumentary, Pecore in erba è contraddistinto da una satira cattivissima: si afferma una cosa per portare lo spettatore a riflettere su una piaga devastante dei nostri tempi. Attori che interpretano personaggi finti e scrittori, sociologi, magistrati, fumettisti e personaggi famosi veri, si mischiano per uno straniante effetto realtà, fatto di testimonianze sentite, fotografie che scorrono e voce fuori campo che ricostruisce gli eventi. Citando e omaggiando Woody Allen, i Monthy Pyton e Sacha Baron Cohen, Caviglia accumula battute su battute, spesso basate su ignoranze condivise o su uno straniante ribaltamento della verità storica, per creare giochi di parole, incastri verbali e sinfonie illogiche, senza cadere mai nella vuota polemica retorica. Spinge il pedale sull'acceleratore della provocazione generando riflessioni su riflessioni che non passano inosservate, capovolgendo tutti i luoghi comuni sul tema e argomentazioni tipiche dell'humor ebraico. Un esperimento interessante per il nostro panorama cinematografico, a cui si sono prestati nei panni di loro stessi nomi del calibro di Corrado Augias, Gianni Canova, Giancarlo De Cataldo, Fabio Fazio, Carlo Freccero, Enrico Mentana e Mara Venier. Imperdibili, poi, non acreditato, il cameo di Margherita Buy, lontanissima dai ruoli a cui siamo abituati a vederla, e la strepitosa prova di Davide Giordano, protagonista "muto" di un film tutto incentrato sulla sua figura.
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