Regia di Renato De Maria vedi scheda film
72° FESTIVAL DI VENEZIA – FUORI CONCORSO
La malavita raccontata in prima persona da attori (bravi) che impersonano personaggi si spicco del brigantaggio e della delinquenza della seconda metà del secolo scorso.
A cadenzare il loro racconto, mentre la macchina li riprende in pieno volto quasi ad ostentare le loro peculiarità facciali altrimenti sempre piuttosto celate per le circostanze dell’azione, e a fare da spola alla loro (falsa) testimonianza accurata e metodica, efficacemente atteggiata come a narrare una impresa “necessaria”, ecco tutta una serie di storiche e preziose immagini di repertorio, che il regista Renato De Maria assembla con perizia, assieme a pertinenti spezzoni di film di Di Leo ed altri noti artigiani degli anni ’60 e ’70, come a formare un unico racconto che procede con due tecniche e due stili, per raccontare un unico periodo di malvivenza che ha sconvolto l’Italia che iniziava a crescere dopo essersi ripresa dalle guerre.
Un ibrido piuttosto interessante sui Dillinger nostrani, sulla banda della celebre rapina di via Osoppo a Milano e altre scellerate azioni criminose che precedettero altre e ancora più gravi associazioni a delinquere, quando alla causa puramente materiale si unì pure il movente politico insurrezionale, complicando ulteriormente una delle pagine più spinose e violente della nostra recente storia.
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