Regia di Lorenzo Vigas vedi scheda film
un film disturbante su di un rapporto basato sullo sfruttamento dell'altro e sul potere che l'altro ha sull'uno. un uomo che ha un passato di cui non riesce a liberarsi col padre, paga dei giovani, li porta a casa, li fa spogliare e mettere faccia al muro e vi si masturba. niente contatto, solo la vista. una storia di padri assenti e inesistenti. violenti e autoritari. di padri che non lo diventeranno mai. da lontano dice il titolo originale, ma la visuale spesso è talmente ravvicinata da essere sfocata. sembra di assistere e di sapere tutto e invece non sappiamo niente. quel poco di amore che cresce piano piano, viene spazzato via con un'indefferenza che avrà sicuramente radici malefiche affondate in un passato che sembra doversi debellare con l'eliminazione fisica del genitore. mantenendosi lontani, distanti, freddi. manipolando e cesellando un giovane criminale di strada per poi gettarlo nelle mani dell'ingiustizia fino a che anche questi non diventerà un freddo esecutore come lui. crudele e spietato il film di viga mostra come se ti mettesse davanti documenti che spieghino esattamente ciò che vedi. alfredo castro è talmente asciugato nei sentimenti che le sue espressioni sono poche e ripetute. luis silva uno sprovveduto che crede che la violenza e la giovinezza che lo contraddistinguono in quel particolare momento, lo salvino dal mondo e dalla società. alfredo castro è un morto che cammina. brividi.
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