Regia di Lorenzo Vigas vedi scheda film
Nella Caracas in via di modernizzazione, dove le periferie in preda alla povertà incontrano le costruzioni più mderne, l'enigmatico cinquantenne Armando conduce un'esistenza solitaria nel suo piccolo appartamento. Single nonostante l'età, manifesta sin da subito le sue pulsioni sessuali, vagando per le strade della città alla ricerca di giovani che possano mostrargli il loro corpo. Con i ragazzi che recluta non ha alcun tipo di contatto sessuale: prova piacere nell'osservare la loro schiena e parte dei loro fondoschiena nudi per masturbarsi restando seduto inerme su un divano. Le sue pulsioni sessuali anomale sono il simbolo della paura del contatto e dei legami, timore che sembra nascondere qualche lontana causa legata al suo rapporto con il padre. Una visita alla sorella infatti rende evidente un odio nei confronti del genitore, le cui ragioni rimarranno sempre segrete. Un eventuale trauma subito in tenera età potrebbe essere l'unico motivo che lo porta a distanza di anni a essere ossessionato dal vecchio padre e a pedinarlo.
In uno dei giri di perlustrazione alla ricerca di nuova carne da ammirare, Armando si imbatte nel diciottenne Elder, un piccolo criminale che affascinato dai soldi lo segue dentro casa per derubarlo e apostrofarlo come 'checca', termine che Armando non sente né come proprio né riferibile alla sua persona. Dopo un paio di incontri infruttuosi, complice una rissa tra giovani delinquenti, tra i due si instaura una relazione filiare che finirà nello sfociare in "amore" e in inaspettata tragedia. A legare i due, per ironia del destino, è la figura paterna lontana nelle esistenze di entrambi.
Al suo primo lungometraggio, il venezuelano Lorenzo Vigas si fa aiutare da Guillermo Arriaga per la sceneggiatura e trova la produzione di Michel Franco e dell'attore Edgar Ramirez per una storia incentrata sul non detto e sulle relazioni familiari. Scherzando, si potrebbe rititolare From Afar, fatte le dovute eccezioni, "Tutto su mio padre". Sebbene sia assente dalle vite dei due protagonisti la figura paterna diventa centrale per capire l'evolversi della vicenda. Tre sono infatti le linee narrative che giocano sul rapporto padre/figlio: Armando ha subito un qualche trauma che lo porta a desiderare la morte del padre in vita; Elder vive con la madre e i fratelli perché il padre è in prigione a causa di un omicidio commesso "perché gli andava di farlo"; e Armando e Elder instaurano una dinamica di avvicinamento quando l'uno comincia a prendersi cura dell'altro e viceversa. Sebbene dotati di personalità agli antipodi e provenienti da contesti socioculturali agli antipodi, Armando ed Alder condividono le assenze e fanno del silenzio la loro caratteristica principale. Legati dalla paura di essere amati per aver conosciuto esclusivamente violenza e sofferenza, trovano apparente appiglio e riscatto nella loro relazione, che avrà nel sesso consumato un'unica volta la sua vetta prima di scivolare nel colpo di scena inatteso. Il non detto tra i due personaggi e la natura stessa del loro interagire lascia adito a interpretazioni diverse, così come il finale senza speranza mostra come il timore prevalga sul sentimento, come i ruoli di vittima e carnefice, di maschio alfa e di fantasma urbano, si ribaltino in continuazione in nome di un passato che si fatica a dimenticare. La realtà e la sua brutale visione hanno la meglio sull'illusione di un'affezione che avrebbe potuto giovare a entrambi.
Girato ora in maniera frenetica ora riflessiva e ponderata, From Afar segna il debutto di un autore interessante, che stupisce per come segue da lontano i suoi protagonisti senza mai sovraccaricarli, nonostante il costante pedinamento. Un eccellente gioco di messe a fuoco, piani lunghi e primi piani, accompagnato da una colonna sonora che crea nella sua quasi assenza un crescendo di tensione psicologica, contribuisce poi a fare di From Afar un'opera prima tutt'altro che modesta.
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