Regia di Laurie Anderson vedi scheda film
"Mi diverte suonare per i cani perché quando improvvisi non sanno aspettarsi quale nota seguirà, e poi sono sempre molto attenti, non si distraggono con uno smartphone e poi non si sa mai, magari salta fuori del cibo!"
La morte.
E’ lì, lo sappiamo e in qualche modo bisogna prenderne atto, fingere di dimenticarsene non serve. Ma non la pensiamo quasi mai per noi, la “viviamo” nella perdita, quando sembra che il flusso che ci lega agli altri nelle sue infinite gradazioni debba interrompersi. Allora la morte è qualcosa che dobbiamo risolvere.
Laurie Anderson ha girato un film per questo.
Lolabelle, il piccolo terrier dai grandi occhi neri umidi che da vecchio persero la vista e così divennero opachi, il padre, la madre, Lou Reed e ancora tante vite che un giorno sono finite intorno a lei, occhi che hanno smesso di guardarla.
Dentro c’è tutto.
Sentirsi triste ma non essere triste, questo le ha insegnato il Maestro di meditazione.
Ma come?
Avere indietro il tempo.
E’ possibile?
Turning time around – that is what love is
Turning time around – yes, that is what love is
canta Lou Reed sulle immagini di coda.
L’amore è il ponte che lega la vita alla morte…
Laurie Anderson ha una dote straordinaria, dire come se fosse la prima volta quello che l’uomo ripete da sempre e intere biblioteche e mediateche non basterebbero a contenere.
La vita, la morte, l’amore.
La Santa Trinità, il numero perfetto.
Il mio tempo è il tuo tempo quando sei innamorato
e il tempo è ciò che non hai mai abbastanza
non puoi vederlo o trattenerlo, esattamente come l’amore
Perché sognamo? “Siamo qui da trentamila anni ma nessuno sa dirlo veramente”.
Laurie Anderson apre con un sogno. Sogna di partorire la sua cagnetta.
Quel sogno, raccontato con un’animazione fluida, si direbbe placentare, rende magnificamente percettibile tutto quello che verrà dopo, nel film, ed è tanto, è il pieno di una vita intera, anzi di più vite, e dell’arte, in tutte le sue forme, che le ha illuminate.
Ascoltiamo la sua voce che guida le immagini lungo tutto il film. Parla italiano con un dolce accento inglese perché “ è la lingua più bella del mondo, l’ho capito studiando Dante e I promessi sposi ” e ha rispettato così l’originalità del film.
Quello che scorre per 75 minuti sullo schermo è un’esperienza di vita e come tale impossibile da trasmettere e comunicare con un mezzo, la lingua, che inevitabilmente risulterebbe povera.
Certe esperienze bisogna viverle perché sono luce, colori, suono, e parole, anche, e molte, perché “ i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”, Wittgenstein docet, e il mondo di Laurie si espande a ondate concentriche, sembra che non abbia confini e il passato si tuffa nel presente, la proiezione verso il futuro supera le barriere del tempo, i morti non sono ricordi ma presenze, il presente è la banchina protesa sul mare da cui partire, ma anche la passerella su cui sostare e guardare.
E vedere quel gran fumo, per giorni e giorni, dopo il crollo delle Due Torri, e tanto rumore giù in strada, per giorni, mesi.
Fuggire in California, andare al mare con Lolabelle e guardare il cielo, così immenso.
Ma due uccelli predatori si tuffano sul cane, lo credono una preda, così bianco che sembra un coniglietto.
Il pericolo può dunque arrivare da quel cielo che Laurie guardava sempre incantata, da piccola, e il cagnetto è d’accordo, sembra perplesso, come ogni bravo, scettico terrier.
Lolabelle è morta nel 2011, a casa, uscendo lentamente dalla vita come è normale che avvenga. Come per gli uomini, dice il Bardo Thodol il Libro dei Morti tibetano, tutti gli esseri viventi soffrono perché prigionieri dei legami creati da nascita e morte, il distacco dalla vita, uomini o animali, riguarda tutti allo stesso modo. Perché allora lasciarla in ospedale, ricorrere all’iniezione letale, spezzare quel processo naturale?
E’ la scena più dolorosa del film, con Lou Reed nella parte del dottore, che la piccola fiction casalinga riesce a mediare e mitigare.
Lolabelle è un’attrice navigata, Laurie la riprende in tante pose, ma la performance musicale è la più indimenticabile, un pezzo atonale di estrema avanguardia per tastiera e abbaio che Lolabelle sostiene con convinzione davanti alla maestra di musica, molto soddisfatta dei suoi progressi.
Lei disse “ Come chiami l’amore? potresti essere più specifico?
Com’è che chiami l’amore? è più di un geroglifico sul cuore? ”
Beh per me il tempo non ha significato
nessun futuro o passato
e quando sei innamorato non devi chiedere
non c’è mai abbastanza tempo per tenere ben stretto l’amore
avere indietro il tempo…
Fantasie infantili e teorie politiche, pensieri filosofici e visioni dell’arte, da Goya a Schnabel, senza soluzione di continuità, uno stream of consciousness multimediale che avvolge lo spettatore e lo invita a seguirla in un giro continuo del tempo.
Il maestro se n’è andato, io resto.
L’inverno avanza attraverso la fitta foresta
e l’estate avvicina l’estremità dei rami spogli.
Nel ciclo senza principio né fine,
vivere e morire sono una sola cosa.
Ma la vita è per coloro che restano,
nell’eterna corrente senza fine
non c’è né nascita né morte.
Per coloro che restano la morte
è un problema senza soluzione.
Turning time around
turning time around
Turning time around
turning time around
Turning time around
well I gotta have it
I gotta-gotta-gotta have it
Turning, turning time around
gotta have it, turning time around
Turning, turning time around
turning time around
"Mi diverte suonare per i cani perché quando improvvisi non sanno aspettarsi quale nota seguirà, e poi sono sempre molto attenti, non si distraggono con uno smartphone e poi non si sa mai, magari salta fuori del cibo!"
Heart Of A Dog è dedicato a Lou Reed, morto nel 2013, e il concerto di presentazione nei giorni scorsi a Milano (dopo il lancio veneziano nel 2015) era aperto a cani e padroni.
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