Trama
La biografia di Srinivasa Ramanujan, matematico indiano del primo Novecento le cui innovative teorie rivoluzionarono il settore per sempre. Cresciuto in povertà in India, venne ammesso all'università di Cambridge durante la Prima guerra mondiale, divenendo un pioniere anche grazie alla guida del professore G.H. Hardy.
Approfondimento
L'UOMO CHE VIDE L'INFINITO: UN'AMICIZIA CHE CAMBIA LA MATEMATICA
Scritto e diretto da Matthew Brown, L'uomo che vide l'infinito è la vera storia di un'amicizia che ha cambiato per sempre il mondo della matematica. Il tutto ha inizio nell'India coloniale del 1913, dove Srinava Ramanujan è un venticinquenne, impiegato spedizioniere e genio autodidatta, che viene espulso dal college a causa del suo studio solitario e quasi ossessivo della matematica. Determinato a seguire la sua passione nonostante lo scherno e il rifiuto dei suoi pari, Ramanujan scrive una lettera a G.H. Hardy, un illustre professore di matematica presso il Trinity College a Cambridge. Hardy riconosce subito l'originalità e la brillantezza del talento grezzo del ragazzo e, contro lo scetticismo dei suoi colleghi, si impegna a portarlo a Cambridge in modo da poter esplorare le sue innovative teorie.
Ramanujan lascia così la sua famiglia, la sua comunità e l'amata giovane moglie Janaki, per attraversare il mondo fino all'Inghilterra. Lì trova comprensione e una profonda connessione con il suo eccentrico e sofisticato mentore. Sotto la guida di Hardy, il lavoro di Ramanujan si evolverà in modo tale da rivoluzionare per sempre la matematica e trasformare il modo in cui gli scienziati spigano il mondo. Hardy combatte assiduamente per garantirgli il rispetto e il riconoscimento che merita ma la realtà è che il giovane scienziato si ritrova a essere emarginato dalla cultura tradizionale di Cambridge tanto quanto lo era stato dai suoi pari in India. Ramanujan lotta di conseguenza contro la malattia e l'intensa nostalgia di casa, per provare formalmente i suoi teoremi e far sì che il suo operato riceva finalmente la giusta considerazione e il riconoscimento da parte di una classe di matematici non ancora preparata ad accogliere i suoi metodi poco convenzionali.
Con la direzione della fotografia di Larry Smith, le scenografie di Luciana Arrighi e i costumi di Ann Maskrey, L'uomo che vide l'infinito è dunque il racconto delle vicende di un genio unico e delle sue incessanti lotte per mostrare al mondo la sua brillante mente e le sue strabilianti teorie, grazie alle quali fu catapultato dall'anonimato nel bel mezzo di un mondo in piena guerra.
CHI ERA RAMANUJAN
Srinivasa Ramanujan (22 dicembre 1887 – 26 aprile 1920) era un matematico indiano autodidatta senza alcuna formazione formale nella matematica pura, che diede un contributo straordinario all'analisi matematica, alle teorie numeriche, alle serie infinite e alle frazioni continue. La sua vita in India gli precludeva l'accesso a una comunità matematica più ampia, in quel momento storico tutta concentrata in Europa, cosicché Ramanujan fu obbligato a sviluppare le sue ricerche matematiche in isolamento. Il risultato fu che lui finì per riscoprire teoremi già conosciuti oltre che a produrre nuove teorie; secondo il matematico inglese G.H. Hardy, Ramanujan era un genio naturale, allo stesso di livello di matematici come Euler e Gauss.
Nato nella città di Erode, nello stato indiano del Tamil Nadu, in una famiglia Bramina Tamil della setta Thenkalai della casta Ieyngar, fu introdotto alla matematica all'età di 10 anni, dimostrando un'innata propensione che in poco tempo lo portò a ricevere premi e onorificenze. Ricevette anche una borsa di studio dal Government College, che fu poi revocata a causa della sua bocciatura nelle materie non scientifiche. Iscrittosi in un'altra università, accettò un lavoro come impiegato nell'ufficio di contabilità generale del Trust office di Madras quando decise (nel biennio 1912-1913) di inviare degli esempi dei suoi teoremi a tre accademici dell'università di Cambridge. Hardy, uno dei tre destinatari, riconobbe la genialità del suo lavoro e lo invitò in Inghilterra, dove divenne un membro della Royal Society e del Trinity College di Cambridge. Morì di malattia, malnutrizione di una probabile infezione al fegato, nel 1920 all'età di 32 anni, dopo aver elaborato autonomamente quasi 3900 risultati, per lo più identità ed equazioni.
In L'uomo che vide l'infinito Ramanujan ha il volto di Dev Patel mentre la moglie Janaki è impersonata da Devika Bhise.
CHI ERA HARDY
Godfrey Harold Hardy (7 febbraio 1877 - 1 dicembre 1947) è stato un matematico inglese, conosciuto per le sue conquiste nella teoria dei numeri e nell'analisi matematica e per il suo saggio del 1940 A Mathematician's Apology, considerato ancora oggi uno dei migliori lavori sulla visione della mente di un matematico scritto per i non addetti ai lavori. Dal 1914, è stato mentore del matematico indiano Srinivasa Ramanujan, di cui riconobbe sin da subito l'incredibile, seppur grezza e non formata, intelligenza.
Nato in Inghilterra da una famiglia di insegnanti, a due anni scriveva già numeri di cifre milionarie e da bambino in chiesa si divertiva a scomporre in fattori i numeri degli inni. Dopo aver vinto una borsa di studio al Winchester College, nel 1896 entrò al Trinity College di Cambridge divenendo nel 1900 membro del corpo docenti come assistente, dove iniziò la sua lunga carriera di docente culminata nel 1919 con il passaggio a Oxford. Il suo nome è noto per aver riformato la matematica britannica rendendola rigorosa, caratteristica che in precedenza la disciplina aveva solo in Francia, Svizzera e Germania. Celebre è inoltre la sua collaborazione con John Edensor Littlewood, che ha portato a notevoli risultati nello sviluppo della teoria dei numeri come sistema di congetture. In L'uomo che vide l'infinito, Hardy ha il volto dell'attore Jeremy Irons mentre l'attore Toby Jones interpreta Littlewood.
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Commenti (13) vedi tutti
Buon fulm che forse esaspera un po' la questione delle dimostrazioni, rivelandosi troppo ripetitivo e privo di un minimo approfondimento matematico. 7
commento di BradyUna sceneggiatura banale con una buona regia; il film comunque non annoia.
commento di gruvierazUn biopic di assoluto rispetto. Un viaggio conoscitivo nel mondo della matematica.
leggi la recensione completa di maestro_farneseE' "facile" drammatizzare il genio folle e/o maledetto se si tratta di Nash, Fischer, Mozart, Turing. Ma la devianza di Ramanujan era più sottile, meno cinematografica. Meglio di così non si poteva fare. 8
commento di putrellaInteressante biopic, sulla vita dello straordinario matematico indiano Ramanujian
leggi la recensione completa di Furetto60Desidero sfuggire per una volta al quasi obbligo di trovare la caratterizzazione dei generi nascosti nel film. In fondo senza gli anglosassoni tante biografie notevoli e interessanti, ma rigorose e non da baraccone americano resterebbero ignote ai più. Quindi ho apprezzato molto una vicenda dolorosa e toccante di una mente geniale. Voto 7
commento di Michi58Condensato di epica egualiataria d'inizio secolo, agiografia melodrammatica di un genio sfortunato e misticismo cabalistico a buon mercato: biopic più che convenzionale quale sottogenere molto in voga nel cinema anglosassone del terzo millennio: tra tuttologi tetraplegici, 'criptologi' col vizietto e schizoidi fissati con la teoria dei giochi.
leggi la recensione completa di maurizio73La storia toccante e straordinaria dell'amicizia fra il grande matematico hardy e l'outsider Ramanujan. Ben descritto l'ambiente di Cambridge e anche la parte matematica non è male.
commento di ENNAHScontatissimo fallimento del solito desiderio di trasformare personaggi ed idee fuori dai limiti dell'intelletto medio moderno in macchiette gossippare da blockbuster. Voto 4.
commento di ezzo24Filmetto guardabile solo per la storia interessante e per un buon cast.
leggi la recensione completa di tobanisQualche deriva melò è il tributo, forse necessario, che L'UOMO CHE VIDE L'INFINITO paga per raccontare una storia vera che ha davvero dell'incredibile: quella raccontata da Robert Kanigel nella biografia di Ramadujan.
leggi la recensione completa di Utente rimosso (dinogeromel)Considerato uno dei massimi matematici della storia, Srinivasa Ramanujan era un giovane e poverissimo indiano autodidatta che riuscì a portare le sue scoperte a Cambridge. Idea interessante per un biopic convenzionale, televisivo, ben interpretato ma superficiale e scritto senza un grammo di passione. Deludente.
leggi la recensione completa di miss brownBellissimo film che si regge in gran parte sui dialoghi fra i due protagonisti interpretati dagli straordinari Jeremy Irons e Dev Patel (The millionaire), rappresentanti di due mondi distanti, non tanto geograficamente, quanto culturalmente. Scenografia di Luciana Arrighi.
commento di faumes