Regia di Alfredo Giannetti vedi scheda film
Modestissimo travet riservato, Renzo Dominici la notte si trasforma: abbandona la finta camminata zoppa e, smesse le lenti marroni, i suoi occhi riassumono l'azzurro naturale. Questa metamorfosi è in funzione di un piano criminale diabolico: ma alcuni colleghi di lavoro cominciano a insospettirsi, e non solo loro.
Un lavoro di poche pretese, con accenni di poliziottesco, una pellicola del tutto simile a numerose altre, in un periodo - l'inizio degli anni Ottanta - di declino per il cinema italiano, specie quello di genere. Ma Il bandito dagli occhi azzurri ci consegna, volente o nolente, tre buone indicazioni: una è facile a intuirsi, e cioè la buona interpretazione di un protagonista solido e adatto a questa tipologia di lavoro: Franco Nero; la seconda è un lampo interessante in una sceneggiatura (firmata dallo stesso regista) decisamente nebulosa, priva di grandi spunti e anche della necessaria tensione continua per inchiodare il pubblico allo schermo: si intende qui il finale, non preventivabile o quantomeno non proprio classico; infine una nota positiva minuscola, ma altrettanto piacevole, è quella rappresentata dall'esordio sul set di un giovanissimo Fabrizio Bentivoglio, appena 23enne. Nel resto del cast brillano i nomi di Dalila Di Lazzaro, Franco Iavarone, Carlos De Carvalho, Jole Fierro. Giannetti, che esordì sceneggiatore per - fra gli altri - Germi e De Santis, ha girato più che altro lavori televisivi, fra gli anni Sessanta e i primi Novanta; discreto mestierante come regista, le sue cose migliori nel cinema si ricordano comunque nelle vesti di scrittore. 3,5/10.
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