Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Sophia Loren vestita da suora è poco credibile di per sé. Ma, si sa, un’attrice prima o poi si ritrova a dover fare i conti con il ruolo della religiosa, quasi fosse una tappa dovuta. Curioso, poi, pensare che l’anno prima aveva costretto il timido pretino Marcello Mastroianni a chiedere la dispensa fur di sposarla (poi non si combinò niente) ne La moglie del prete. Dopo un prologo tragico con una torretta che va fuoco, Donna Sophia torna in Italia e si arruola in un ospedale che cade a pezzi, dove regna Adriano Celentano, finto malato comunista. Tra situazioni da commedia ed apologhi drammatici, il film arriva a conclusione triste.
Fa specie vedere che Bianco, rosso e…, oggi vagamente dimenticato, fu all’epoca il campione di incassi della stagione. Indubbiamente per la presenza di Celentano, divo buono per tutte le stagioni. Ma merito di Carlo Ponti, che sapeva confezionare film su misura per la moglie: questo è un giocattolone fotoromanzesco di lusso, senza molto interesse e diretto con indolente classe da Alberto Lattuada. Donna Sophia dovrà aspettare il 1977 ed Ettore Scola prima che qualcuno le scriva un ruolo come Cristo comanda.
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