Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Spesso quando viene progettato un film, il casting è tra le parti più importanti e delicate dell'operazione,è risaputo,perchè dalle scelte sbagliate o giuste può dipendere buona parte dell'esito del lungometraggio.Ebbene,veicolo da star che più è difficile immaginare, "Bianco,rosso e..." pone fianco a fianco due campionissimi del gradimento del pubblico a cavallo tra i Sessanta e i Settanta come la Sophia e l'Adriano nazionali:alla regia Lattuada,di solito molto attento ad esplorare i personaggi femminili con cura e interesse, con una storia che vorrebbe sottolineare l'impossibilità di una fruttuosa convivenza e insieme l'irresistibile attrazione tra democristiani e comunisti,tra cattolici e laici poco simpatizzanti con la Chiesa,ma lo fa con una grossolanità che nel migliore dei casi è bene esentarsi dal prendere sul serio. Se poi si vuol parlare di drammaturgia,la storia dell'innamoramento (più esplicito per l'uomo,più sofferto e nascosto per la donna) è abbastanza forzata e non conosce iter narrativo:salvo giungere ad un paio di scene,tra cui quella finale,in cui il dramma fa il suo ingresso e si vorrebbe consegnare la pellicola al ricordo degli spettatori più sensibili ai travagli sentimentali dai crudeli destini.Vedibile,ma anche discretamente dimenticabile, "Bianco,rosso e..." non può contare neanche sull'affiatamento tra le due star in scena,piuttosto lontane dall'alchimia necessaria per far partecipe il pubblico:non sempre due assi in tavola portano a vincere la partita.
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