Regia di Peter Joseph vedi scheda film
Il secondo capitolo di Zeitgeist si fa più tecnico e più specifico, indicando anche alcune proposte, oltre ad analizzare aspetti fondanti della nostra società. Su alcune disamine presentate da Zeitgeist Addendum non si può non essere d'accordo, come sulla preliminare critica del sistema monetario, così come sugli attacchi al funzionamento del capitalismo e delle sue ulteriori degenerazioni.
Nell'esposizione dei fatti e delle proposte la fa qui da padrone l'ingegnere sociale - filosofo - futurologo Jacque Fresco, elaboratore di un progetto di società alternativa a quella in cui stiamo vivendo, il cosiddetto "Progetto Venus", una sorta di società ideale, svincolata dai pilastri sui quali si basa la nostra, come la moneta e il petrolio (e tutti gli altri combustibili d'origine fossile).
E qui casca, secondo me, il primo asino, perché ogni progetto di questo tipo puzza inevitabilmente di setta e l'odore si sente anche pur dando per buone le intenzioni dei teorici.
Il secondo asino che si accascia al suolo riguarda, sempre a mio parere, la premessa esposta dal Fresco secondo cui tutto lo sviluppo della società dovrebbe basarsi esclusivamente sulla tecnologia, capace di trovare la soluzione per ogni problema - in futuro anche quelli che oggi sembrano irrisolvibili - e che non c'è né ci deve essere bisogno dei politici. Questo basta a qualificare la proposta del Fresco e dei suoi adepti tra le pure e semplici utopie. Di politica, in qualsiasi tipo di società, ci sarà sempre bisogno: certamente, non si possono prendere ad esempio certi politici nostrani né si può trascurare il fatto che in ogni epoca la politica ed i politici abbiano prodotto disastri inenarrabili (è inutile fare nomi: gli esempi, anche solo limitandoci all'ultimo secolo, sarebbero troppi). È proprio dalla debolezza, per non dire dall'assenza della (buona) politica che hanno tratto la loro forza le dittature di ogni epoca. E chi, poi, potrebbe garantire il buon uso della tecnologia, una volta che le scoperte fossero possibili di impieghi militari o distruttivi oppure potessero divenire appetibili per un loro sfruttamento commerciale?
Non voglio né posso dilungarmi in considerazioni filosofiche che, al mio livello di conoscenza, sarebbero indubbiamente troppo semplicistiche, ma vorrei limitarmi ad indicare il terzo asino rimasto al suolo, vittima di Zeitgeist Addendum. Ed è quello della scarsissima cinematograficità di un film come questo, il quale si dilunga per più di due ore e ad un certo punto risulta di una noia mortale. Guardandolo, si rimpiange la verve, polemica ma almeno vivace, di un Michael Moore, capace, per la durata dei suoi film, di far ridere, oltre che indignare lo spettatore, nonché tenere viva la sua attenzione. La dimensione di operazioni come quella di Zeitgeist e dei suoi seguiti sembra piuttosto essere quella dello speciale televisivo, modello Report, anche se, al confronto, Milena Gabanelli è esuberante e divertente come una showgirl d'altri tempi.
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