Regia di Giuseppe M. Gaudino vedi scheda film
72° FESTIVAL DI VENEZIA - CONCORSO - COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE A VALERIA GOLINO
Anna al mattino spalanca la persiana del suo appartamento popolare affacciato sul mare del Golfo di Napoli: il mare chiaro in bonaccia ed il cielo chiaro e terso lasciano posto improvvisamente ad un gorgo scuro di flutti minacciosi, mentre in cielo dai lati nubi scurissime addensano l'aria: ecco che, dopo le buone intenzioni di ricominciare in serenità, i problemi sopraggiungono e Anna, anzi, Annarella (un diminutivo che è tutt'altro che casuale!!!) viene sopraffatta dal vortice delle ansie, dei problemi, e il mondo che la circonda sembra cercare in lei il fulcro per trovare un pò di sollievo: i tre figli adolescenti la amano e la vedono come complice, più che come madre, il marito usuraio la pretende, anche se lei gli continua a dare ultimatum per allontanarsi definivamente di casa; i genitori anziani trovano nella sua intraprendenza la soluzione per tirare avanti, pregando e facendo voti dal giorno in cui Anna viene assunta con contratto fisso nel cast della produzione di sceneggiati televisivi e soap, ove svolge il compito di suggeritrice di battute agli attori che non hanno tempo né voglia di imparare le battute dell'interminabile copione.
Combattuta tra la prepotenza volgare e ferina del consorte, irriducibile ed ostinato a restare in famiglia, e sopraffatta dai sensi di colpa per essere stata assunta ai danni di un anziano collega dal brutto carattere, oltretutto indebitato a causa del vizio del gioco, corteggiata dall'attore vanesio protagonista della soap alla quale collabora, Anna vive le sue giornate con l'ansia di chi si dedica sempre agli altri, e non vive mai per se stessa.
Giuseppe Gaudino trova, come molti altri colleghi in precedenza, nella straordinaria naturalezza espressiva di una Valeria Golino, fresca e soave anche quando soffre, il cardine portante per incentrare il suo bel film: un ritratto di donna ferita dentro ma anche forte ed ostinata, che ci ricorda inevitabilmente anna Magnani e i suoi dolenti personaggi di donna sopraffatta ma mai doma.
Tra colori pastello quasi irreali e bianco e nero seducente, tra immagini fisse ripassate a pennello per farle divenire delle icone sacre, il personaggio di Anna, sempre timido e fuori scena, amante delle retrovie e ritroso, quasi evanescente, diviene invece il fulcro di tutta una società che sopravvive di espedienti, l'eroina timida e sottotono che si ribella con costanza e determinazione ai soprusi ed ai loschi affari di un consorte che si comporta come una belva feroce (interpretato da Massimiliano Gallo, uno dei migliori attori italiani in circolazione oggi).
La Coppa Volpi a Valeria Golino, a trent'anni esatti da Storia D'Amore di Maselli che la vide premiata a soli vent'anni, è stata una scelta doverosa ed inevitabile, nonostante la forte concorrenza di attrici altrettanto brave e famose, e segna vieppiù il coronamento di una carriera d'attrice densa di personaggi forti ed intensi, quelli che fanno la differenza in un film, quelli che fanno innamorare un regista della propria attrice, ispirandolo a dare il massimo per il proprio lavoro.
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