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Istanbul e il Museo dell'Innocenza di Pamuk

Regia di Grant Gee vedi scheda film

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La recensione su Istanbul e il Museo dell'Innocenza di Pamuk

di laulilla
10 stelle

Film insolito e sorprendente che presenta eterogenee occasioni di richiamo per i più diversi spettatori, da quello dei viaggiatori affascinati dalla secolare storia della “porta” dell’oriente, ai lettori di Orhan Pamuk, ai turisti attenti ai musei che si propongono di conservare le tracce della vita quotidiana nelle antiche città.

Opera del regista-musicofilo inglese Grant Gee, il museo di Istanbul, di cui egli  parla in ques’opera è un po’ tutte queste cose poiché, per la sua collocazione nell’antico centro cittadino, ne salvaguarda la memoria storica sia preservandone le caratteristiche, sia facendolo rivivere di una vita rinnovata, grazie soprattutto al romanzo che lo ha reso possibile.

Curiosamente, infatti, questo è un museo ispirato al romanzo*Il Museo dell’innocenza di Orhan Pamuk (2008), tradotto in Italia nel 2009 e pubblicato per le edizioni Einaudi.
Lo scrittore vi ha dedicato non solo la somma di denaro assegnatagli col premio Nobel per la letteratura (2006), ma le proprie ricerche, le proprie energie e soprattutto il proprio tempo; attualmente, è la voce che guida i visitatori a orientarsi nei diversi ambienti in cui sono esposti, in quantità ricchissima, oggetti di uso comune, vecchie fotografie, documenti di varia natura, nonché manufatti introvabili e fatti riprodurre dai pochi artigiani altrettanto (e sempre più) introvabili.


Dire, però, che il romanzo sia la falsariga su cui Pamuk ha costruito il museo è – insieme – vero e falso, poiché è capitato, talvolta, che un oggetto ritrovato abbia alimentato l’ispirazione dello scrittore e gli abbia permesso di completare alcune pagine della sua narrazione.

Nel corso del film, un’intervista condotta dal regista all’amico scrittore ci fa ripercorrere, evocata dagli oggetti nelle stanze del Museo, la storia d’amore del romanzo, ovvero la passione impossibile di Kemal per la bellissima Füsun, entrambi irresistibilmente spinti dal reciproco desiderio a cercarsi e anche a incontrarsi per poche volte clandestinamente, così come ci fa rivivere la tragica fine della loro storia, sullo sfondo di Istanbul, la città splendidamente ambigua, amata ed evocata nella sua bellezza ammaliante, antico e fascinoso tramite fra Oriente e Occidente, connotata un tempo dalla solidale convivenza fra uomini di provenienza e condizione sociale molto diverse. Un senso di malinconica consapevolezza di un passato remotissimo percorre tutto il film e accompagna la visita al museo, vero atto d’amore per un luogo che sta perdendo l’anima più profonda, forse per sempre.

 

*cosa forse unica al mondo, perché di solito, come è stato notato, sono stati i musei a ispirare i romanzi!

 

 

 

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