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Hell or High Water

Regia di David Mackenzie vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hell or High Water

di CineNihilist
8 stelle

Alberto Parker: Tanto tempo fa questa terra era degli indiani. Finché qualcuno è arrivato, li ha massacrati, li ha sottomessi, e tu sei diventato come loro. 150 anni fa questa terra apparteneva ai miei avi. Tutto quello che vedi, tutto ciò che hai visto ieri. Ma i nonni di questa gente gliel’hanno rubata. E ora gliela stanno rubando a loro. Senza bisogno di un esercito. Basta una firma su un pezzo di carta.

 

Per il suo secondo capitolo incentrato sulla moderna frontiera americana, Taylor Sheridan decide di spostarsi dal confine USA-Messico al Texas rurale, esplorando le contraddizioni di una terra di frontiera che sembra non aver abbandonato le vecchie regole del Far West, nonostante la forte presenza di aziende bancarie e petrolifere che di fatto sono le vere detentrici di un territorio segnato da praterie (in)contaminate e ranch sporadici ma orgogliosi della loro identità rurale.
Il precariato e l’arretratezza fomentati dall’ingiustizia di un lato del Texas ancora fieramente ancorato alla sua anima più militarista e violenta confermando il perenne stato di belligeranza che gli Stati Uniti devono portarsi al loro interno per convogliare quella forza nei teatri di guerra mondiali che serve per mantenere costantemente attiva la macchina bellica a stelle e strisce, è l’aspetto principale che vuole sviscerare Taylor Sheridan nella sua seconda sceneggiatura impostata come un heist-movie neo-western, che decide di affidare alla regia del buon mestierante David Mackenzie.

 

David Mackenzie, Taylor Sheridan

Hell or High Water (2016): David Mackenzie, Taylor Sheridan

 

La trama si concentra sulle rapine alle filiali della banca “Texas Midlands Bank” da parte di due fratelli texani di nome Tanner e Toby. Quelle che apparentemente sembrerebbero delle rapine per fare tanti soldi “facili” da parte di due malviventi, in realtà si rivelano parte di un piano ben preciso realizzato dai fratelli per salvare il ranch della loro madre defunta messo in pegno in mano alla banca che loro stessi stanno rapinando.
L’obiettivo è dunque pagare il mutuo contratto con la Texas Midlands Bank per salvare la proprietà dalla demolizione, che essendo ricca di giacimenti di petrolio, per la famiglia di Toby rappresenterebbe l’unica garanzia di un futuro stabile e non nella totale precarietà come invece hanno sempre vissuto i due fratelli.
Tanner, essendo il fratello maggiore uscito dal carcere dopo 10 anni e con un innato spirito criminale, decide di aiutare il fratello minore Toby in questa pericolosa avventura da “banditi” del Far West, fornendogli l’adrenalina necessaria per portare a termine il suo piano.
Ovviamente ad ogni azione c’è una conseguenza soprattutto se criminale, e così due Texas Ranger veterani della contea, Marcus e Alberto, decidono di imbarcarsi in una forsennata caccia all’uomo sperando di incarcerare i due rapinatori improvvisati, prima che possano lasciarsi delle vittime innocenti sulla loro strada spericolata e dall’esito imprevedibile.

 

Chris Pine, Ben Foster

Hell or High Water (2016): Chris Pine, Ben Foster

Jeff Bridges, Gil Birmingham

Hell or High Water (2016): Jeff Bridges, Gil Birmingham

 

“Hell or High Water” che come modo dire americano significa “costi quel che costi, che venga l’inferno o un’inondazione” si adatta perfettamente alle atmosfere neo-western che Taylor Sheridan decide di impostare a differenza di “Sicario”, per sottolineare accuratamente la natura arretrata, precaria, violenta e ingiusta di un Texas che si vuol professare Stato moderno, ma che è lacerato al suo interno e neanche vuol tanto cambiare, dimostrando la classica natura dell’America profonda che soffre dei costi imperiali della sua patria nonostante ne incarni il nocciolo imperiale, ovvero quella forza brutale incarnata nella naturale predisposizione alle armi dei propri cittadini che viene fomentata dalle ingiustizie di un precariato che è scientificamente fagocitato dall’enorme potere negoziale, e dunque di ricatto, che hanno le banche sui poveri cittadini texani.
La critica che muove lo sceneggiatore americano a questa naturale disfunzionalità di queste terre di frontiera abbandonate quasi a loro stesse, permane per tutta la pellicola, dove sia i due fratelli Toby e Tanner sia i due Texas Ranger che gli danno la caccia, Marcus e Alberto, rappresentano la faccia della stessa medaglia di un’America profonda che propone poche alternative ai propri cittadini, che divisi tra l’essere o dei semplici poliziotti o dei violenti criminali, saranno costretti ad annullarsi a vicenda in un doloroso bagno di sangue.

 

Chris Pine, Ben Foster

Hell or High Water (2016): Chris Pine, Ben Foster

Jeff Bridges, Gil Birmingham

Hell or High Water (2016): Jeff Bridges, Gil Birmingham

 

La regia di David Mackenzie ha dunque il compito di tratteggiare questa dualità sofferta che attanaglia sia i rapinatori che i poliziotti che li inseguono, imbastendo uno stile alla road movie fondamentale sia per inquadrare la posta in gioco tra “inseguiti” e “inseguitori” immergendoli in un neo-western che acquisisce potenza visiva grazie alle ampie inquadrature panoramiche sulle immense praterie del Texas sia per sviluppare i rapporti interpersonali tra le rispettive coppie che rappresentano i due volti di una frontiera texana ormai decadente e quasi “sospesa nel tempo”.

 

Marcus essendo il più anziano del duo dei Texas Ranger e ormai prossimo alla pensione, rappresenta il volto “bianco”, “razzista”, “stanco”, ma tenace, caparbio e lucido del classico texano che ancora crede fermamente nella forza della “giustizia”, sperando col suo ultimo “caso” di potersi mettere il cuore in pace in una terra violenta e che non ha più nulla di offrirgli, ma che invece lo porrà sul filo del rasoio dovendo di nuovo rimettere in discussione i suoi valori etici e morali in una terra che ormai brucia solo di idrocarburi.
La sua progressiva desolazione interiore nella sua stessa terra natia viene accompagnata splendidamente dal suo collega di origini Comanchi Alberto, che rappresenta l’altro volto dell’America che ormai viene sempre più disconosciuto dalle autorità locali e federali ovvero quello dei nativi americani, il popolo che viveva in quelle stesse terre più di un secolo fa e che si è dovuto assimilare al ceppo dominante della nazione americana per non rimanerne totalmente escluso.
Il Texas Ranger indigeno interpretato da un grande Gil Birmingham rappresenta infatti il lato e il volto morale dell’intera vicenda che fa da perfetto contraltare al lato “bianco”, burbero e “razzista” dell’altro collega interpretato nientemeno che dal mitico Jeff Bridges, regalando uno dei monologhi più significativi che riassume egregiamente la critica sociopolitica di Sheridan, in cui gli stessi nativi americani rimpiazzati brutalmente dagli “yankees” ora vedono quest’ultimi prevaricarsi tra loro dove il potere finanziario delle banche ha schiacciato qualsiasi velleità degli ormai declinanti “cowboys” texani perfettamente in linea con l’espressione dispregiativa “white trash”.
La sinergica e contrastante coppia di poliziotti texani funziona quindi splendidamente nel mostrare le due identità culturali che convivono nell’America profonda, affrontando insieme il puro istinto di sopravvivenza sovversivo e di rivalsa della white trash rancorosa e precaria rappresentata dai due fratelli improvvisatisi “banditi” nel “Selvaggio West”, incontrando ovviamente il quotidiano pericolo dello stato di belligeranza che affligge gli USA, in cui muore in una cruda sparatoria il Texas Ranger Comanchi Alberto sotto gli occhi increduli e strazianti di Marcus, che in lui vedeva il suo unico vero amico in una landa desolata piena di morte e rimpianti.

 

Chris Pine, Ben Foster

Hell or High Water (2016): Chris Pine, Ben Foster

Gil Birmingham, Jeff Bridges

Hell or High Water (2016): Gil Birmingham, Jeff Bridges

 

La scena della morte cruda, fulminea, crudele e inaspettata di Alberto (come dovrebbe essere nella realtà) per mano di Tanner è semplicemente scioccante e in linea con l’anima del personaggio interpretato sorprendentemente bene da Ben Fosterche riesce a delineare splendidamente lo spirito selvaggio e violento del classico texano cresciuto in situazioni disagiate e precarie.
Nonostante voglia bene al fratello dandogli la necessaria adrenalina e forza muscolare nel realizzare il piano di salvataggio del ranch di famiglia per poter pagare il mutuo alla Midlands Texas Bank, è chiaro sin da subito che è uno spirito libero ormai noncurante di un mondo che ha vissuto per 10 anni in carcere a seguito dell’omicidio del padre violento.
La scelta finale in cui decide di separarsi dal fratello per dargli il tempo necessario per fuggire dai poliziotti e depistarli, oltre che straziante, mostra tutta la sofferenza e il desiderio di rivalsa della “white trash” americana sulla società intera, che porta Tanner a realizzare una vera e propria carneficina che soddisfa pienamente la sua sete più omicida e militarista, incarnando così il volto più sofferente e disumano dell’America Profonda che ovviamente colpisce gli animi più innocenti come quello di Alberto, e trovando a sua volta la sua stessa fine nella rappresaglia “nemica” compiuta in questo caso da un gelido e affranto Marcus, che addirittura deve placare il naturale istinto reazionario e omicida degli autoctoni locali che vorrebbero felicemente giustiziare a sangue freddo il “criminale” Tanner.

 

Jeff Bridges, Kevin Wiggins

Hell or High Water (2016): Jeff Bridges, Kevin Wiggins

Ben Foster

Hell or High Water (2016): Ben Foster

 

In una terra di frontiera così violenta e ingiusta nel suo esistere immersa perennemente in uno stato di belligeranza dato dal sempre più precario mondo “sudista”, si inserisce infine il fratello minore Toby, personaggio chiave e forse il vero protagonista dell’intera vicenda, che essendo l’ideatore del piano per salvare economicamente la sua famiglia, è quello moralmente più discutibile avendo scatenato indirettamente tutte le violenze e le morti che si sono susseguite per tutta la pellicola nonostante non abbia ucciso nessuno.
L’aver rapinato la stessa banca che stava soffocando economicamente non solo la sua famiglia, ma anche tutto il tessuto sociale della sua contea ripagandola con la sua stessa moneta, è di per sé un rapporto di causalità intrinseco e prevedibile in uno sistema che favorisce questa disfunzionalità ingiusta e violenta, ponendo il personaggio di Toby in una dilemma morale che forse poteva optare per un via più pacifica, ma che istintivamente il giovane adulto texano non ha scelto conscio della sua precaria sussistenza.

 

Chris Pine

Hell or High Water (2016): Chris Pine

 

Il sogno americano viene dunque infranto o pagato col sangue a seconda dei punti di vista che si vogliono adottare (fratelli Howard o Texas Ranger) dove la sceneggiatura riesce intelligentemente a mettere in luce lo scontro etico e morale tra un Toby vittorioso per il pozzo di petrolio acquisito nel ranch ma addolorato per la morte del fratello maggiore Tanner e un Marcus ormai “sistemato” in pensione ma anch’esso affranto dalla morte del suo unico amico e collega Alberto.
Taylor Sheridan ci dimostra come in ogni società capitalista soprattutto quella statunitense, il benessere di uno vive sul malessere dell’altro e così viceversa, ponendo i due sopravvissuti finali su un filo del rasoio morale che non può concludersi altrimenti se non con un duello mortale sul finale rimandato, ma che si dovrà consumare prima o poi per ritrovare una parvenza di pace interiore, riportando in auge l’eterno stato di belligeranza in cui vivono gli USA che non è solo “fisico” ma anche tremendamente psicologico, tipico di una società imperiale.

 

Chris Pine, Ben Foster

Hell or High Water (2016): Chris Pine, Ben Foster

 

Insomma, Taylor Sheridan affiancato dal buon David Mackenzie ci ritrasporta nella moderna frontiera americana esplorando il famoso “profondo sud” della sua nazione attraverso un filtro neo-western mischiato tra un road e heist movie davvero ricercato, dove la maestosa bellezza di un paesaggio di frontiera non può mascherarne i suoi orrori e le sue sfide future, tra cui l’assimilazione degli ispanici in rapido aumento da parte di una sempre più relativa maggioranza “bianca” texana.

 

GLI STATI UNITI DIVISI DAI LATINOS - Limes

 

Il Texas, l’America futura che verrà in miniatura, un vero e proprio laboratorio antropologico, sociopolitico e geopolitico di cui Taylor Sheridan ce ne regala un assaggio unico su cui riflettere e meditare per comprendere al meglio il vero volto degli Stati Uniti.

 

Voto 8.5

 

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