Regia di Ric Roman Waugh vedi scheda film
L’ambientazione carceraria è una di quelle con maggiore difficoltà di esecuzione. Con il suo mondo fatto di regole che vanno oltre le regole e l’ambiguità dei personaggi che la popolano, resta una di quelle meno gettonata dai registi e in primis dagli sceneggiatori forse perché c’è bisogno che dietro ci sia una storia piuttosto ben radicata e che non finisca per essere ripetitiva, finendo per mostrare qualcosa di già visto o di scialbo e non coinvolgente. Non è certo questo il caso dove invece è palese che la trama non solo è ben radicata ma anche rappresentata nel modo più consono e, in entrambi i casi, il merito è di Roman Waugh. L’imponenza del protagonista, l’uomo d’affari dalla famiglia perfetta che si trasforma nel peggiore dei criminali, è merito di Nikolaj Coster-Waldav; capace di trasformarsi insieme al suo alter ego, mutando non solo attraverso il corpo ma anche con le esplicite espressioni facciali. E’ grazie alla professionalità dell’attore, noto principalmente per la serie tv Il trono di spade, che il film ha la capacità di lasciare qualcosa allo spettatore pagante. Sono gli unici due elementi degni di essere citati. Considerando che la regia, seppur meticolosa e influente sullo svolgimento della trama, fosse stata gestita con meno oppressione, la pellicola sarebbe risultata forse più appetibile ma probabilmente meno emozionale. Ah che ardua scelta…
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta