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The Mayor

Regia di Bruno Safadi vedi scheda film

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La recensione su The Mayor

di alan smithee
8 stelle

FESTIVAL DI LOCARNO 2015 - FUORI CONCORSO - “ TELA BRILHADORA” 

O PREFEIRO, di Bruno Safadi, conclude l'affascinante viaggio filosofico e visionario della tetralogia “ TELA BRILHADORA”, ma, a differenza degli altri tre, abbandona completamente le amenità rigogliose di madre natura, per portarci tra le pietrose scorie di una civiltà urbana in via di distruzione e ricostruzione, come è oggi la civiltà delle costruzioni che, finito di distruggere inutilmente spazi vergini, si concentrano su quanto costruito in precedenza per distruggerlo e progettare nuove strutture, sempre più imponenti, sempre più elevate verso il cielo, sempre più avveniristiche e mozzafiato. Il sindaco di Rio De Janeiro, persona orgogliosa e cocciuta, vanesia e piena di sé, vuole passare alla storia e dunque, non più contento di lanciarsi in avventure edilizie e speculative tendenti anche a rinverdire le casse del suo patrimonio personale tramite mazzette a altri episodi di ordinaria corruzione, desidera far diventare Rio uno stato indipendente, proclamandosi sovrano della città. Dal suo regno polveroso e grigio, egli visualizza ed esplicita i suoi progetti tramite plastici ove la città è riprodotta nei suoi tratti salienti attraverso pietre e detriti che, apposti con un ordine come in un minuzioso presepe, finiscono per costituire una riproduzione fedele della città più nota del Brasile, epicentro tattico per sviluppare il folle sogno di gloria ed indipendenza che vede l'uomo politico al centro di una vero e proprio ammutinamento dai vertici dello stato centrale.

 

 

Ambientato per intero all'interno di un'area edile in costruzione o disfacimento, il film è una metafora pungente ed una satira acuta sul sentimento di onnipotenza e indistruttibilità che coglie tutti coloro che cominciano ad assaporare senza controllo il fascino del potere e della scalata sociale ed economica che esso crea, togliendo ogni senso del limite e del pudore, rendendoci mostri assetati di grandezza e potere, sempre più soli e diffidenti, perennemente tesi al consolidamento della propria posizione, impossibilitati a guardare oltre i limiti di un profitto personale che inghiotte ogni altra necessità o bisogno a favore della collettività.

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