La sera del 4 novembre 1995 il primo ministro laburista Yitzhak Rabin viene ucciso con tre proiettili alla fine di una manifestazione politica nel centro di Tel Aviv. Il suo assassino, arrestato sulla scena del delitto, è un venticinquenne ebreo praticante. Le indagini sull'omicidio rivelano presto un mondo oscuro e spaventato, nel quale l'attentato è maturato, alimentato dalla retorica isterica, dalla paranoia e dagli intrighi politici.
L'attentato a Rabin ricostruito con efficacia in un mix notevole di documento e fiction, si perde successivamente in una svolta dai toni processuali lunga e prolissa,controversa e divagante che forse è lo strumento di denuncia del regista verso una società che si concentra troppo sulle conseguenze e non sulla prevenzione.Inattaccabile ma divagante.
FESTIVAL DI VENEZIA 2015 - CONCORSO
La passione e l'impegno civile, politico di Amos Gitai sono indiscutibili e lo caratterizzano da sempre nella sua vasta produzione cinematografica, sempre protesa ed indirizzata a trattare ed affrontare le tematiche più calde e contrastate che da sempre caratterizzano il clima, anche questo politico e civile, del suo dilaniato paese natale, Israele.… leggi tutto
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Venezia/Massi
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L'attentato a Rabin ricostruito con efficacia in un mix notevole di documento e fiction, si perde successivamente in una svolta dai toni processuali lunga e prolissa,controversa e divagante che forse è lo strumento di denuncia del regista verso una società che si concentra troppo sulle conseguenze e non sulla prevenzione.Inattaccabile ma divagante.
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