Regia di Oz Perkins vedi scheda film
In un collegio a Bramford due ragazze - Rose e Kat - si aggirano per i corridoi bui. Rose ha scoperto di essere incinta, mentre Kat sembra straniata e compie gesti sempre più anomali. Sarà Kat a ricevere una telefonata in cui una voce le intima di uccidere.
All’inizio non capiamo, siamo immersi nelle atmosfere cupe di un inverno dove, solo a tratti, si palesano immagini distorte, figurazioni ambigue, dolori sussurrati dietro la facciata immobile delle cose. Il male arriva, ma arriva poco alla volta - di soppiatto - una distorsione della realtà, un’ombra nera che si insinua implacabilmente dentro di noi e ci costringe a compiere gesti che mai vorremmo compiere. Il regista Oz Perkins (figlio d’arte di Anthony Perkins) dà della possessione diabolica una raffigurazione senza strepiti, appunto per questo - fin da subito - affascinante e meno stereotipata, in qualche modo aderente alla realtà: il diavolo semplicemente sussurra, ci tenta, e infine siamo noi a non volere che se ne vada - Kat rimpiangerà quell’ombra nera che la faceva sentire viva, in quanto, finché il male ci possiede, non abbiamo consapevolezza di ciò che siamo realmente e di ciò che facciamo. Siamo di fronte a un horror raffinato e costruito benissimo, sorprendente per certi versi, assolutamente da gustare, dal primo all’ultimo minuto.
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