Regia di Peter Landesman vedi scheda film
Tocca a un medico nigeriano che ama l'idea dell'America, ed è lì trapiantato, andare a scoprire quello che già col buon senso poteva essere intuito; e cioè che gli scontri di gioco nel football americano sono potenzialmente nocivi e possono dare origine ad una malattia neurologica irreversibile.
Ma quello che il dr. Omalu impara piano piano dell'America (quella vera, non quella ideale) è che gli interessi economici vengono sempre prima della salute e forse prima di tanti altri diritti umani: forse proprio per questo egli arriva ad esprimere con le sue scelte professionali e lavorative una garbata critica al sistema...
Will Smith, che ho letto in giro non essere stato gradito a tutti, in realtà non mi è dispiaciuto e ha caratterizzato un personaggio idealista, estroverso, anche se forse eccessivamente buonista.
Piuttosto è il film nel suo complesso ad avere delle "zone d'ombra" ben evidenti: nato come thriller, in realtà diventa più un'agiografia del protagonista; pur connotandosi come film di denuncia con un taglio drammatico, in realtà alterna a questo anche melodramma e romanticismo in maniera più sgraziata che efficace. Sotto accusa quindi la direzione e la sceneggiatura che hanno condito un tema interessante con retorica e sentimentalismo a buon mercato.
E a un certo punto , per chi come me è digiuno di NFL, la domanda è d'obbligo: ma come è cambiata (se è cambiata) la situazione dei giocatori di football dopo quella denuncia?
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