Regia di Kelly Reichardt vedi scheda film
Se c'è un luogo dove raccontare solitudini, vite sospese, sentimenti, questo è proprio il Montana, con il suo paesaggio profondamente esistenziale, freddo e netto. E se c'è una regista in grado di affrontarlo, di domarlo, (quasi come i cavalli della ranchera), questa è sicuramente Kelly Reichardt, regista indie, off, specializzata in anime sensibili e in donne forti, come nello splendido "Wendy And Lucy" e nel suo film migliore, "Meek's Cutoff". Qui ci presenta tre donne, anzi quattro, e piccoli, minimali, attimi della loro vita, che finiscono per sfiorarsi nel paesaggio del Montana, quasi a formare un quadro hopperiano. E' Cinema d'alta classe, altissima, ma la eccessiva desaturazione degli eventi, lo lascia un poco inerte oppure, se si vuole, troppo profondamente palpitante per riuscire a captarne i battiti e le emozioni. Le attrici sono superbe nel tratteggiare queste donne risolute e spesso dominanti sugli uomini, battuti, sconfitti, fedifraghi, lontani, ma le tre storie che la Reichardt scrive loro attorno paiono sfociare nel niente, sorrette soltanto dalla forza del paesaggio e dalla luce del Montana. E' un lavoro estremamente particolare, questo, che può arrivare per vie misteriose, quasi come una legge zen, o non arrivare affatto, annoiare, respingere. Personalmente ho fatto fatica in alcuni momenti, ma la bellezza con cui tutto quanto, anche il nulla, è confezionato mi ha spinto a tener duro e, alla fine, ad essere moderatamente soddisfatto della visione. Sarebbe magnifico ascoltare il parere di una donna, su questa pellicola. Forse è necessaria una sensibilità più consona, una condizione spirituale più indicata. Lavoro importante, ma continuo a preferire altri film della brava Reichardt.
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