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Moj brate - Mio fratello

Regia di Nazareno Manuel Nicoletti vedi scheda film

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La recensione su Moj brate - Mio fratello

di alan smithee
6 stelle

68° FESTIVAL DI LOCARNO - CONCORSO CINEASTI DEL PRESENTE

Forse eccessivamente ambizioso e radicale, seppur animato dalle migliori intenzioni e per questo senza dubbio lodevole, risulta l'opera del documentaristica italo-bosniaco-canadese Nazareno Manuel Nicoletti, esordiente ventottenne, che ho avuto modo di incontrare in sala stampa al Festival di cui sopra. 

Con MOJ BRATE – MIO FRATELLO, il cineasta ci racconta, sotto forma di inchiesta, la scomparsa di un uomo di multiforme cultura, interessi e capacità: il comico, clown, archeologo e ricercatore universitario Alberto Musacchio, morto suicida nel Canada (altro filo rosso col film precedente) nel 2001. Un fratello ne ripercorre parte della storia, degli interessi che lo animavano, tra una Mostar divisa e devastata dalla guerra civile, tra Roma ed il Canada dei suoi studi universitari come docente.

Il tutto con l'ardore ed il coraggio (quindi senza la prudenza a primo avviso consigliabile) di evitare di spiegarci serenamente e con chiarezza chi fosse questo personaggio, ma dandoci informazioni solo a sparazzi sulle potenzialità del personaggio, e in modo affettuosamente garbato celandone le ragioni che lo hanno spinto al terribile gesto finale. Errore fatale, scelta ardita ma premiante? Per tutto il tempo lo spettatore cerca indizi, o quanto meno di intuire, di capire, di farsi strada su dubbi a cui non si daranno mai risposte concrete; il rischio più concreto è quello di svilire il sentimento e l'ispirazione di chi ha voluto bene allo sfortunato protagonista tanto da dedicargli questa opera.

Certo a volte il cinema, specie quello documentaristico, dovrebbe avere la perspicacia di saper mettere la materia a nudo, giocando almeno a tratti a carte scoperte, permettendo allo spettatore di capire più rapidamente, onde potersi concentrare su aspetti emotivi che qui ci sfuggono, impegnati come siamo a trovare risposte agli interrogativi che la narrazione discontinua ci impone di crearci. Ma il film è costato solo 5 mila euro, ed è l'investimento di un giovane promettente regista che ha messo anima e corpo per un progetto che speriamo possa aprirgli molte strade e consentirgli di esordire con un progetto narrativo di cui h già pronte le bozze. Basta questo per promuoverlo, anche se le motivazioni sono anche altre. Un augurio sincero il nostro, di ritrovarlo molto presto in qualche festival.

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