Regia di Chantal Akerman vedi scheda film
68° FESTIVAL DI CANNES - CONCORSO
Incomprensibilmente ed imperdonabilmente In Concorso, troviamo subito dopo NO HOME MOVIEdella nota regista belga Chantal Akerman, impegnata a mostrarci un ritratto personale e sin troppo intimo, omaggio verso l'anziana madre, ormai scomparsa da poco tempo.
L'esigenza di molti o almeno alcuni registi di aprirsi a raccontare vicende personali come l'attaccamento al proprio genitore, è un passo certamente meditato e sentito nel profondo. Nanni Moretti, con il recente intenso Mia madre, non rinuncia alla storia e al suo cinema, trasfigurando i ruoli e lasciando tracce personali ad intersecarsi su una vicenda più complessa che non rimane confinata all'intimo privato. La cineasta giapponese Naomi Kawase lo fece con la medesima amorevole cura e con la stessa forma documentaristica della Akerman nel suo intimo e riuscito Trace, in cui l'oggetto dell'interesse non fu in quella occasione la madre, né tantomeno il padre, genitori che la abbandonarono da bambina per farla accudire dalla amorevole nonna: ella invece diviene il fulcro di una vicenda di complicità, ricordi ed intima riconoscenza.
La Akerman filma la quotidianità più banalmente reale, ci lascia attendere minuti estenuanti su inquadrature fisse dirette su muri e scaffali, pareti e suppellettili di casa, a sentire ciabattare incerta l'anziana genitrice, per poi trasferirci incomprensibilmente in un qualche deserto dove un vento sferzante ci lascia in sospeso per alcuni altri minuti eterni senza farci capire o darci indizi su qualcosa di così personale che dovrebbe rimanere tale.
Imbarazzo inevitabile, la pur drammatica storia di una famiglia polacca riparata prima della guerra in Belgio per fuggire alla persecuzione ebraica: una storia forte ci sarebbe dunque, ma alla regista, e possiamo concederglielo, interessa il singolo movimento della quotidianità, quello che le farà rivedere per sempre una madre che ha, inevitabilmente i giorni contati.
Non sarebbe allora più opportuno e pudico fare un film tutto per sé oppure un prodotto destinato ad una rassegna più sperimentale? Che senso ha includere nel Concorso un diario intimo così personale che non possiamo proprio intercettare perché nessuno di noi è Chantal Akerman?
Nessuna risposta per un film fuori posto, messo li apposta per essere massacrato.
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